Roma – Finalmente anche l’Italia ratificherà la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, testo convenzionale redatto in seno al Consiglio d’Europa (che nulla ha a che fare con l’Unione europea), aperto alla firma a Strasburgo nel novembre 1992.
La Carta è stata finora ratificata da 25 Paesi membri del Consiglio d’Europa e mira a proteggere le lingue regionali o minoritarie ed a promuovere il loro utilizzo al fine di salvaguardare l’eredità e le tradizioni culturali europee, nonché il rispetto della volontà dei singoli di poter usare tali lingue.
Il documento impegna gli Stati a promuovere le lingue regionali o minoritarie esistenti sul loro territorio, sancendo il rispetto dell’area geografica di diffusione di ciascuna di tali lingue e la necessità di una loro promozione, orale e scritta, nella vita pubblica e privata attraverso adeguati mezzi di insegnamento e studio, nonché scambi internazionali qualora alcune delle lingue regionali o minoritarie siano usate anche in altri Stati in forma identica o affine.
L’Italia ancora non ha provveduto alla ratifica e la questione è ora all’esame del Senato, nelle commissioni Affari costituzionali ed Esteri che ha avviato la discussione. Ed è l’ennesimo tentativo di giungere a conclusione: disegni di legge di ratifica sono già stati discussioni nella XV e XVI legislatura, nella XVII fu adottato un testo base ma l’iter non proseguì per la fine della legislatura.
Fra i Paesi firmatari e che non hanno ancora provveduto alla ratifica oltre all’Italia si annoverano l’Azerbaijan, la Macedonia del Nord, la Francia, Malta, la Moldova, la Russia. Una particolarità: anche la nostra lingua in alcuni Stati è considerata minoritaria e degna di tutela. Tra i Paesi che hanno già provveduto a ratificare la Carta e nei quali l’Italiano è considerata lingua minoritaria protetta figurano la Bosnia-Erzegovina, la Slovenia, la Croazia, la Svizzera e la Romania.
C’è da sottolineare – come è stato ricordato nella seduta congiunta delle due commissioni di Palazzo Madama – che l’Italia, in ogni caso, pur non avendo ancora proceduto alla ratifica della Carta, dispone di una legislazione nazionale particolarmente avanzata in materia di tutela di alcune minoranze linguistiche storiche, e ciò in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione.
Ora i due relatori del disegno di legge di ratifica – Laura Garavini per la commissione Esteri e Gianclaudio Bressa per gli Affari Costituzionali – procederanno alla messa a punto di un testo base di riferimento e contemporaneamente verrà stilata una lista di personalità da sentire.