(ultimo aggiornamento: 16 ottobre 2020, 15:10).
Bruxelles – Nemmeno agli sgoccioli delle trattative sul futuro delle relazioni UE-Regno Unito post-Brexit, Boris Johnson decide di abbandonare il suo stile provocatorio. “Il Regno Unito deve prepararsi a un no deal, a meno che l’Unione Europea non cambi radicalmente approccio. Ma non mi pare proprio che sia uscito questo dal Consiglio Europeo”. Con una breve ma incisiva dichiarazione il premier britannico ha risposto oggi (16 ottobre) all’invito di ieri del capo-negoziatore UE, Michel Barnier, e del presidente del Consiglio UE, Charles Michel, di “fare passi avanti” per raggiungere l’accordo.
Con un sorriso sornione stampato sul viso, Johnson ha affermato che “fin dall’inizio siamo stati totalmente chiari. Non volevamo niente di più complicato di una relazione in stile canadese, basata sull’amicizia e sul libero scambio”. Ma l’Unione Europea vorrebbe “controllare la nostra libertà legislativa e la nostra pesca. È completamente inaccettabile per un Paese indipendente”, ha accusato il premier britannico, a meno di 10 settimane dalla fine del periodo di transizione (31 dicembre). “Questo vertice dei leader europei sembra escludere esplicitamente un accordo in stile Canada, dopo 45 anni di adesione del Regno Unito all’UE. Perciò dovremmo prepararci ad accordi più simili a quelli australiani, basati su semplici principi di libero scambio globale”. Non rimane nemmeno troppo tra le righe l’ipotesi sempre più concreta del no deal. Ma “nessun accordo” non significa necessariamente “libero scambio globale”.
In tono orgoglioso Johnson ha annunciato che “attraverso il libero scambio indipendente prospereremo potentemente come una nazione che controlla i propri confini, la propria pesca e che stabilisce le proprie leggi”. Sembra quindi inevitabile che tutte le attività commerciali debbano prepararsi al peggiore scenario soprattutto sulle frontiere, in particolare gli autotrasportatori. “Naturalmente siamo disposti a discutere sugli aspetti pratici. Sono stati compiuti molti progressi, anche sulla sicurezza sociale, l’aviazione e la cooperazione nucleare”, ha aggiunto, come se i giochi fossero ormai già fatti. “Nel frattempo, il governo si concentrerà sull’affrontare il Covid-19, in modo che il 2021 sia un anno di ripresa e di rinnovamento”.
Rimane ora in ballo la questione del proseguimento dei negoziati, che ieri Barnier aveva indicato come “intensi nelle prossime due settimane”. All’inizio della prossima il capo-negoziatore UE dovrebbe essere a Londra per incontrarsi con la sua controparte britannica, David Frost. Ma a questo punto, dopo che Unione Europea e Regno Unito si sono rimbalzati la palla delle responsabilità sul dare un senso a queste ultime fasi di negoziati, è tutto da vedere in che direzione andranno i colloqui. Johnson ha comunque affermato che “continueremo a parlare con l’Unione Europea“, mentre la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito su Twitter che “lavoreremo per un accordo, ma non a qualsiasi prezzo. Come previsto, la nostra squadra negoziale si recherà a Londra la prossima settimana per intensificare questi negoziati”.
https://twitter.com/vonderleyen/status/1317067827518574593?s=20
A Johnson ha risposto in maniera decisa il presidente francese, Emmanuel Macron. “E’ il Regno Unito che ha desiderato di lasciare l’UE e il Regno Unito ha bisogno di un accordo più di noi. Non dobbiamo dimenticare questi due elementi”. Le minacce del premier britannico, spiega Macron nel corso della conferenza stampa di fine Consiglio europeo, servono a poco perché in caso di mancato accordo a rimetterci di più sarà l’isola. “Qualunque cosa dicano gli inglesi, loro hanno bisogno del mercato unico europeo“.
Quindi, rispondendo ai giornalisti, entra nel merito della questione della pesca, tra gli elementi spinosi del negoziato e che riguardano molto da vicino la Francia. “Vogliamo una Brexit che sacrifica i nostri pescatori? No”. L’Europa non è pronta a concessioni su punti considerati strategici. Ma anche se si dovesse procedere come minacciato da Londra, senza accordi, “la pesca sarebbe il solo ambito su cui Boris Johnson potrebbe pretendere di aver vinto in caso di no-deal”, continua Macron. Di fronte alle pretese britanniche di negoziare di anno in anno le condizioni di pesca nelle acque britanniche, Macron è lapidario: “Non negozieremo ogni anno l’accesso del Regno Unito al mercato unico”.
Meno dura la linea della cancelliera Angela Merkel per la quale l’Unione europea è pronta a “continuare i negoziati con il Regno Unito sulle loro relazioni post-Brexit” nei prossimi giorni, sostiene parlando in conferenza stampa. “È meglio per entrambe le parti riuscire a raggiungere un accordo”, ha detto. “Anche se non a qualsiasi costo”.