Bruxelles – Identità digitale europea, banda larga e rafforzamento della gestione dei dati industriali. Sono queste le tre priorità dell’Unione Europea per il “decennio digitale”, come ha ricordato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel (venerdì 2 ottobre). Per la presidente della Commissione “c’è bisogno di un mercato unico che funzioni al meglio, ma non sarà possibile senza una transizione digitale efficace, che migliori le performance dell’Unione”. È lo stesso Consiglio a chiedere un’accelerazione delle tempistiche per l’attuazione delle iniziative digitali e lo rende noto attraverso le conclusioni adottate nel corso della riunione straordinaria (1° e 2 ottobre 2020): “La Commissione è invitata a presentare un piano digitale entro marzo 2021, che illustri le ambizioni dell’UE per il 2030″
A proposito dell’identità digitale – lo SPID europeo – von der Leyen ha assicurato che è uno dei punti chiave della strategia e “servirà per fare molte cose comuni a tutti i cittadini dell’Unione Europea, dal pagare le tasse a noleggiare un’auto, per esempio”. Un impegno necessario anche per il Consiglio, che ha chiesto “lo sviluppo di un quadro comunitario per l’identificazione elettronica pubblica e sicura (e-ID), comprese le firme digitali interoperabili, per fornire ai cittadini il controllo della propria identità e dei dati in linea”, e allo stesso tempo “per consentire l’accesso ai servizi digitali pubblici, privati e transfrontalieri”. Per questo motivo il Consiglio ha esortato la Commissione “a presentare una proposta per l’European Digital Identification entro la metà del 2021“.
Altro punto importante per la Commissione è l’impegno a investire su una “connettività sicura e veloce, sul 5G e sulla fibra“, ha ricordato la presidente von der Leyen. “È tempo che a tutti i cittadini europei vengano garantiti gli stessi diritti digitali: non dobbiamo dimenticarci che tante persone delle zone rurali non hanno accesso alla banda larga e questo li penalizza oggi e li penalizzerebbe nel prossimo futuro”. Dal Consiglio è arrivata però la richiesta di “applicare restrizioni pertinenti ai fornitori di tecnologia 5G ad alto rischio per attività-chiave critiche e sensibili”. Restrizione da applicare in ogni caso “sulla base di criteri oggettivi comuni”. Nelle conclusioni del Consiglio Europeo, sono stati inoltre esortati tutti gli Stati membri a presentare alla Commissione i propri piani nazionali sull’introduzione del 5G “entro la fine di quest’anno, come stabilito nel Piano d’azione 5G”.
Infine la questione della gestione dei dati industriali e dell’intelligenza artificiale. “La qualità e la quantità di questi dati quadruplicherà nei prossimi anni, ma a oggi l’80 per cento non viene utilizzato”, ha sottolineato von der Leyen. “Dobbiamo fare in modo che aziende, università e società possano sfruttare appieno questo potenziale, accedendo a spazi comuni digitali di collaborazione“. Considerato il fatto che il cloud europeo e l’intelligenza artificiale fanno parte della road map del “decennio digitale”, la presidente ha ribadito le parole di ieri (giovedì 1° ottobre) del commissario per il Mercato interno, Thierry Breton: “Arriveranno proposte legislative all’inizio del prossimo anno”. Un’ulteriore rassicurazione per il Consiglio, che ha invitato la Commissione a “proporre modi per aumentare gli investimenti pubblici e privati europei e nazionali” e a “fornire una definizione chiara e oggettiva dei sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio”.
Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti dal confronto: “Queste conclusioni ci permettono di sviluppare priorità per realizzare la sovranità digitale dell’Unione e la nostra capacità di far funzionare meglio il mercato interno”. Rivolgendo un sorriso a von der Leyen, Michel ha voluto “ringraziare calorosamente la Commissione per aver trovato un accordo con i Paesi membri su proposte così ambiziose e concrete”.