Roma – Nessuna svolta, ancora meno per il punto di vista italiano. Il patto per l’immigrazione ed asilo annunciato dalla Commissione europea, colleziona bocciature senza sosta, l’ultima in ordine di tempo, quella della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. In audizione al comitato Schengen della Camera dei Deputati, ha detto che “non c’è quel netto superamento degli accordi di Dublino” un nodo dirimente che dovrà essere al centro delle trattative previste il mese prossimo con i ministri dell’Interno degli altri Paesi per una strategia complessiva dell’UE. Non basta ,insomma, “qualche elemento di discontinuità “ ,e la ministra ha aggiunto che “chiederemo il superamento completo dall’attuale sistema che ruota intorno alla responsabilità dello Stato in ingresso e che non può essere gravato da oneri difficilmente sopportabili”.
Oltre ai segnali rilanciati da Bruxelles, in Italia il tema è tornato sulle prime pagine e ad animare il dibattito politico, subito dopo il voto delle regionali con il PD che ha rimesso nel gioco della trattativa con gli alleati del Movimento 5 Stelle, i “decreti Salvini” con le norme varate all’epoca del governo gialloverde. La riforma sarebbe a un buon punto e dovrebbe essere pronta per uno dei prossimi consigli dei ministri. Nella bozza che sta circolando è prevista la cancellazione delle multe milionarie per le ONG, la revisione del sistema di accoglienza e la reintroduzione della protezione umanitaria e dell’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo e la possibilità di conversione del permesso di soggiorno in permesso di lavoro.
In attesa poi di un nuovo inserimento nel calendario parlamentare della legge ius culturae, potrebbero essere modificate con un accorciamento dei tempi per le domande sulla cittadinanza. Il recente scandalo dell’esame di italiano “farsa” per il calciatore Luis Suàrez, ha fatto riemergere la condizione di migliaia di bambini nati in Italia ma cittadini stranieri, così come i tanti campioni sportivi a cui è negata per gli stessi motivi la partecipazione alle squadre Nazionali. “Se un calciatore straniero può diventare cittadino in due settimane, perché degli italiani di fatto devono aspettare quattro anni?” E’ questa la domanda che il movimento degli Italiani senza cittadinanza, rivolge, a nome di un milione di giovani senza diritti alla ministra Luciana Lamorgese.
Sul superamento delle norme rigide in materia di immigrazione e cittadinanza il premier Giuseppe Conte ha auspicato che il tema “non sia usato come strumento di campagne elettorali e di clava politica”. Per il capo del governo è opportuno “valutare serenamente le condizioni e i percorsi di integrazione più solidi ed efficaci per attribuire lo status di cittadino italiano”. In Parlamento la strada sarà molto più in salita e non solo per le barricate già annunciate dalla Lega di Salvini. Il tema dell’immigrazione divide da sempre il M5S che sta vivendo una fase molto contrastata e proprio il rapporto con il PD e il futuro della collaborazione è il motivo di scontro più netto tra le fazioni.