Bruxelles – “Secondo la cancelliera non si può escludere nulla”. Sono le parole del portavoce di Angela Merkel in riferimento all’opzione ventilata negli ultimi giorni su un possibile arresto del progetto del gasdotto North Stream 2. Il ripensamento sarebbe dovuto alla conferma dell’avvelenamento di Alexej Navalny con un agente nervino Novičok di provenienza militare.
Il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas aveva già reso chiaro che se non si fosse fatta chiarezza sull’accaduto, sarebbe stato necessario “consultare i nostri partner su una possibile risposta. L’attentato è un grosso colpo al diritto internazionale”.
North Stream 2, gasdotto di importanza strategica, raddoppierebbe il volume di gas trasportato dalla Russia alla Germania, dunque all’Unione europea. Nonostante l’opposizione di Polonia e Stati Uniti, il progetto è andato avanti, ma ora rischierebbe addirittura di innescare una nuova guerra del gas con il presidente russo Vladimir Putin.
Ieri l’ospedale Charité di Berlino aveva fatto sapere che il blogger russo era ormai fuori dal coma, anche se non si può escludere che l’avvelenamento non possa avere “conseguenze di lungo periodo”. Ma a sorpresa, il caso Navalny diventa per Angela Merkel non solo questione energetica, ma di politica interna: già qualche giorno fa Angela Merkel aveva ricevuto pressioni da esponenti del suo partito, la CDU, per fermare il progetto del gasdotto, quando si stava delineando come sempre più certa l’ipotesi che l’oppositore russo fosse stato avvelenato dal Cremlino. E’ in particolare Norbert Roettgen, candidato a leader dell’Unione Cristiano-Democratica e a capo della commissione affari esteri del Bundestag, ad esprimere con forza negli scorsi giorni che il gasdotto North Stream 2 deve essere fermato perché non farebbe altro che ricompensare piuttosto che punire Vladimir Putin. Oggi Roettgen rincara la dose, dichiarando che “North Stream 2 non è necessario alla politica energetica della Germania ed è dannoso a livello geopolitico. Per Putin, è il nucleo della sua politica di potere. Dobbiamo opporci a questo sistema, deve capire che non può permettersi di fare qualsiasi cosa”.
Una prova non indifferente per il governo tedesco e per l’attuale presidenza UE, in capo alla Germania. L’alto rappresentante UE Josep Borrell aveva rilasciato una dichiarazione nei giorni scorsi, chiedendo “una risposta internazionale congiunta”. Prima di arrivarci la cancelliera intende consultare le istituzioni europee, ma anche la NATO.
Dal canto suo, la Federazione Russa reagisce tramite il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo il quale le accuse sull’avvelenamento di Navalny sarebbero “inaccettabili e assurde” e non basate su fatti concreti. Mosca attenderebbe spiegazioni dalla controparte tedesca sulle conclusioni cui sono giunti in merito alla situazione del paziente, e reputa che non ci siano motivi per applicare nuove sanzioni.