colonna sonora: Oliver Onions – Springtime in Rome
Nella mensa del Parlamento Europeo di Strasburgo, quando arrivi alle casse dopo aver rischiato trenta volte di schiantarti a terra con tutto il vassoio perché invece di guardare avanti giri la testa a 360 gradi onde non perderti neanche un dettaglio dello splendore delle quote rose del palazzo, in super acchitto taccato microgonnato per un trionfo della sensualità femminile che ti fa chiedere perché la festa della donna non sia ogni santo giorno, anzi perché gli uomini non lascino tutto nelle loro mani e si mettano semplicemente seduti a guardarle fare, anche se poi ti rendi conto che in realtà è un pensiero maschilista e allora lo aggiusti dicendo che gli uomini dovrebbero sottomettersi al loro volere e fare quello che le donne ordinano, ma ti rendi conto che è un pensiero feticista femdom e ti torna in mente quel sogno in cui due gemelle maggiorate con stivali in latex ti ballano sulla schiena col tacco 12 e cominci a domandarti se invece di scrivere su una rubrica pubblica non sia il caso di scrivere ad un bravo psicologo per prendere un appuntamento al più presto, ma a quel punto sei arrivato alle casse e finalmente puoi mettere un punto, prendere fiato e ritrovare il filo, che qua pare di stare sull’Ulisse di Joyce.
Perché Fuori Tema non si chiama così a caso.
Dimenticate (se ci riuscite) le splendide creature parlamentari (si, anche la mora col vestito rosso scollato) e concentratevi sul banco delle casse della mensa dove, prima di pagare, prendete i tovaglioli dal dispenser, che vi ricorda a chiare lettere di rispettare l’ambiente e di prendere solo quelli di cui avete bisogno, evitando gli sprechi.
Ecco. Siamo arrivati al tema, congratulazioni. Aspettiamo un attimo i ritardatari che si sono fermati ad elemosinare numeri di telefono e possiamo ripartire. Tu smettila, che sei pure sposato. Eh lo so, l’ho vista, ma mica possiamo fermare tutto per colpa della primavera, passerà. Con l’accento sulla A, non fare lo spiritoso.
Che poi a proposito (?) di sprechi ho trovato molto strana l’iniziativa della Croazia che sponsorizzava in Parlamento la sua acqua minerale, regalando bottigliette di plastica. Si parla tanto di chilometri zero e green economy e dopo neanche un anno di UE il 28esimo stato membro già vuole contribuire all’inquinamento globale. Poi è chiaro che se mettono una croata con due metri di gambe dietro lo stand tutto il discorso passa in secondo piano, ma comunque non è una bella cosa.
Questa puntata è più faticosa delle altre perché risente della fatica del viaggio Bruxelles – Strasburgo in macchina (430 Km) con andata mercoledì e ritorno giovedì, cioè mezz’ora fa, al termine del quale invece di cenare e svenire mi sto dedicando agli aficionados di Fuori Tema.
E giuro che sto per arrivare al punto.
430 Km andata e ritorno sono circa 129 Kg di Co2 immessi nell’aria, secondo il calcolatore di emissioni (che non so se sia attendibile o se l’ho usato bene, ma rende l’idea) soltanto dalla mia automobile.
Se pensi che una volta al mese lo stesso tragitto viene percorso da centinaia di auto e TIR che si recano nella prestigiosa ed inutile sede francese del Parlamento Europeo, gravando sia sull’ambiente che sulle nostre tasche (si parla di 200 milioni di euro l’anno), se pensi che invece di mandare le imeil vengono stampate tonnellate di fogli di carta in 28 lingue, che restano in gran parte a prendere polvere e non sono nemmeno buoni per fare i filtri, se pensi che ogni mese paghiamo quasi 8.000 euro a onorevoli del calibro di Clemente Mastella, Iva Zanicchi, Barbara Matera (che ne meriterebbe molti di più) e Magdi Cristiano Allam, se pensi che quando si tratta di tagliare i costi a farne le spese sono sempre i cittadini (più o meno) onesti, a quel punto, quando sei di fronte al dispenser di tovaglioli delle casse della mensa che ti prega di evitare gli sprechi, non ti verrebbe di cospargerlo di benzina e dargli fuoco, per poi trarre eroicamente in salvo tutte le povere fanciulle che non riescono a correre sui vertiginosi tacchi?
A me un po’ si. Menomale che la primavera si avvicina.
Buon uichènd a chi quando sente parlare di Joyce pensa a Dawson Creek.