L’inchiesta del Parlamento Ue parla di una sfida “immensa” che ha evitato il peggio in Grecia, Portogallo, Irlanda e Cipro ma accusando allo stesso tempo l’austerità di aver portato povertà e disoccupazione
Il lavoro della “Troika” è stato utile per aiutare i quattro paesi in cui è intervenuta, ma la sua struttura e il suo modo di operare devono essere rivisti. L’Aula di Strasburgo ha approvato la i risultati dell’inchiesta condotta negli ultimi mesi dal Parlamento europeo sul lavoro svolto dall’organo composto da Commissione, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea in Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro, con due testi che danno un colpo al cerchio e uno alla botte. Si tratta della risoluzione sull’indagine della commissione Affari economici e monetari sul funzionamento della Troika, redatta da Othmar Karas (Ppe) e Liem Hoang-Ngoc (S&D), approvata con 448 voti favore a 140, e 27 astensioni, e della risoluzione della commissione Occupazione e affari sociali, redatta da Alejandro Cercas (S&D), approvata con 408 voti favorevoli, 135 voti contrari e 63 astensioni.
La prima risoluzione riconosce che lo scopo immediato di evitare un default non controllato è stato raggiunto e che le sfide affrontate dalla Troika sono state “immense”, deplorando il modo in cui sono state presentate le istituzioni dell’Ue, ridotte a capro espiatorio per gli effetti negativi delle riforme, mentre per i deputati sono i ministri delle finanze a essere politicamente responsabili della Troika e del suo operato.
Ma l’altra risoluzione dice al contempo che le condizioni imposte in cambio dell’assistenza finanziaria hanno messo in pericolo gli obiettivi sociali dell’Unione europea, in particolare perché è stato concesso poco tempo per l’attuazione di dette misure e perché non sono state eseguite valutazioni d’impatto adeguate del loro effetto distributivo su diverse fasce della società. La disoccupazione è aumentata, in particolare tra i giovani, portando spesso alla loro emigrazione, e molte piccole imprese hanno fallito e i tassi di povertà sono aumentati, anche tra la classe media. Per Cercas “le politiche di austerità e le riforme strutturali imposte dalla Troika hanno portato a un vero e proprio Tsunami sociale”.
Come primo passo ora i deputati propongono l’introduzione di disposizioni procedurali chiare, trasparenti e vincolanti per la cooperazione tra le istituzioni in seno alla Troika e la ripartizione dei compiti al suo interno. Nel medio termine la risoluzione raccomanda un ripensamento radicale della Troika, con un coinvolgimento del Fmi “facoltativo”, la Bce presente solo come “osservatore silenzioso”, e un “Fondo monetario europeo” come ruolo per la Commissione europea.
“La troika non deve essere il capro”, perché “ha impedito un disastro”, anche se “in futuro deve essere resa migliore, più trasparente e democratica”, ha dichiarato Karas che ha spiegato che il progetto dell’Aula di sostituirla nel lungo termine con un nuovo Fondo monetario europeo “sulla base del diritto comunitario”, servirà a per garantire che “le decisioni europee sui programmi di riforma e di aiuto siano democraticamente legittimate e soggette al controllo parlamentare”.
Per Nils Torvalds (Alde) “a Troika è stata necessaria per evitare il collasso finanziario, ma questo non significa che non sono stati fatti errori”, tuttavia va deplorato “il modo in cui le istituzioni dell’Ue sono ritratti come il capro espiatorio, quando la responsabilità politica spetta ai ministri delle finanze dell’Ue e dei governi nazionali”.
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