Bruxelles – Fibra e tecnologie 5G per connessioni veloci sono inevitabili. Thierry Breton mette le cose in chiaro. Il commissario per l’Industria e il Mercato interno ricorda che i due elementi sono parte della strategia della Commissione europea per l’avvenire dell’Europa, e che ruota attorno, nell’ordine offerto da Breton, a spazi sicuri di archiviazione dei dati industriali, auto-sufficienza nella produzione di semi-conduttori e processori, e infine connettività, data dalla fibra e dal 5G. “Sono questi i pilastri per la nostra sovranità digitale”, dice nel corso dell’intervista con Politico.
Ma nell’ottica di una piena indipendenza tecnologica, si pone la questione dei dati e della loro gestione. “I dati europei devono essere immagazzinati e processati in Europa, e non c’è nulla di protezionistico nel dire questo”. I dati europei, in quanto tali, “ci appartengono, e dovrebbero rispondere alle nostra legislazione”. Una presa di posizione non indifferente, se si pensa ai tanti social media e ai motori di ricerca statunitensi usati ogni giorni da milioni di europei. “Quella dei dati industriali è la nuova battaglia che si sta conducendo”, sottolinea il commissario, che quando si parla di dati e informazioni personali non può non pensare anche alla sanità.
La Commissione europea intende “lanciare una consultazione” sulla possibilità di permettere la condivisione dei dati personali sulla salute, “in modo anonimo”. Una necessità creatasi con l’emergenza sanitaria prodotta dalla pandemia di COVID-19. “Niente è più importante dei nostri dati sanitari, e non possiamo compromettere questo principio”, premette Breton. “Allo stesso tempo alcuni di questi dati possono essere condivisi, solo se in modo chiaramente definiti e in forma anonima. Dobbiamo discuterne”. Ecco perché l’esecutivo comunitario intende avviare il dibattito.