Bruxelles – Niente da fare. I tentativi europei per raffreddare le tensioni transatlantiche non sono andate a buon fine. Il governo degli Stati Uniti ha deciso di mantenere i dazi per 7,5 miliardi di dollari l’anno (circa 6,8 miliardi di euro) su merci di vari settori, di tutti gli Stati membri, quale risposta agli aiuti irregolari ad Airbus, il costruttore di aeromobili diretto concorrente dello statunitense Boeing.
Nella disputa senza fine tra le due parti l’Organizzazione mondiale per il commercio (WTO) ha riconosciuto che effettivamente il consorzio europei ha ricevuto sussidi contro le regole, e meno di un mese fa la casa costruttrice di aerei ha annunciato la decisione di modificare delle regole contrattuali con i governi di Francia e Spagna, così da consentire un riavvicinamento delle posizioni le due sponde dell’Atlantico.
“L’UE e gli Stati membri non hanno intrapreso le azioni necessarie per conformarsi alle decisioni del WTO”, sostiene il rappresentante per il Commercio americano, Robert Lighthizer. Per questo motivo i dazi sui prodotti ‘made in EU’ restano in vigore, e non vengono neppure ridotti. Non certo quello che speravano a Bruxelles, dove comunque si accoglie con favore la decisione di non accrescere il peso delle tariffe. “Gli Stati Uniti sono comunque impegnati a trovare una risoluzione” al contenzioso, fa sapere ancora Lighthizer.
La linea della Commissione europea non cambia. Nel contenzioso Airbus-Boeing sono due le cause sollevate. La prima, quella vinta da Washington, per i sussidi al produttore europeo. La seconda, su cui il WTO deve ancora esprimersi, è quella sollevata dall’UE per 23 miliardi di dollari in sussidi per progetti di ricerca e sviluppo e ritenuti “distorsivi del commercio”. Se l’UE dovesse spuntarla è già stato annunciato che anche la Commissione europea imporrà i propri dazi sui prodotti americani.