Bruxelles – Apertura dei confini, nuova quarantena, uso delle mascherine, mete estive, gestione della crisi sanitaria e economica: su questo e altro Euronews ha interrogato cittadini di Germania, Italia, Francia e Spagna in un sondaggio condotto con Redfield and Wilton Strategies nei primi giorni dell’ultimo Consiglio europeo.
I tedeschi sono i più ottimisti di tutti in generale, come rispecchia il dato sulla chiusura dei confini tra i Paesi europei: il 52% vorrebbe mantenerli aperti. Una percentuale analoga di italiani e spagnoli (54% e 57%) è invece del parere opposto, con i francesi a toccare il picco di scetticismo (63%).
Un nuovo lockdown? Sì grazie, è il parere unanime dei quattro Paesi, guidati da Germania e Italia con un deciso 70% e 62% (forse hanno imparato la lezione e vorrebbero applicare da subito misure drastiche). Non c’è da stupirsi se la Francia è la meno d’accordo (54%), avendo persino tenuto una tornata elettorale in tempo di quarantena. Solo una media del 20% nei quattro Paesi è categoricamente contro.
Il tutto è avvalorato dai dati sulla probabilità di un secondo lockdown, che svelano presso gli intervistati un buon livello di consapevolezza (o di paura), riguardo alla situazione sanitaria. La stragrande maggioranza di spagnoli (72%) e francesi (70%) ritiene che esso sia probabile o molto probabile, forse a causa del recente nuovo aumento dei contagi. Più nonchalant paiono invece tedeschi (57%) e italiani (55%). Per di più, un terzo dei nostri concittadini riferisce sensazioni neutre rispetto a un’eventuale nuova serrata (31%).
Mascherina, mon amour: se i tre paesi latini sono praticamente unanimi nel considerarla uno strumento efficace per contrastare il diffondersi del coronavirus (circa il 70%), i nordici ci vanno un po’ più cauti (61%). Una diffidenza che si rispecchia anche nel dato dei tedeschi che ammettono di non fidarsi della mascherina (27%).
Se poi sia giusto indossarla nei luoghi pubblici, gli intervistati ancora una volta non hanno dubbi: è un sonoro sì per Italia (81%), Spagna (81%) e Francia (80%). I cittadini di Angela Merkel seguono poco dietro con il 70% che, a fronte di un 19% a favore o molto a sfavore, ne conferma il quadro di più scettici tra i partecipanti al sondaggio.
Per capire se e come sono cambiate le intenzioni sui viaggi estivi, Euronews ha raccolto reazioni sui progetti che i cittadini dei quattro paesi avevano prima della pandemia, e su quelli attuali. In precedenza sarebbero andati in vacanza entro i confini nazionali soprattutto italiani (39%) e spagnoli (43%), complice forse la crisi economica e occupazionale pre-Covid, mentre i ricchi tedeschi avrebbero privilegiato mete estere (41%). Ma è relativamente alta anche la percentuale dei nostri connazionali che avrebbero varcato il confine (36%), persino più spesso dei francesi i quali, da buoni nazionalisti, avrebbero prediletto tanto il turismo interno che esterno (35% e 31%). Ma le divisioni non paiono poi così nette se pensiamo che circa un terzo di questi europei non avrebbe viaggiato affatto (o anche oltre: il 37% dei tedeschi).
E in tempo di Covid?
Che si tratti di capacità economiche di individui e famiglie, di ragioni sanitarie o legittimi timori, gli effetti della pandemia si fanno sentire. Oltre metà degli intervistati dei quattro paesi nell’estate del 2020 non intende spostarsi in alcun luogo, ovvero ben il 61% dei tedeschi, il 60% degli spagnoli, il 53% dei francesi e il 51% di noi italiani, che anche in pandemia forse non vogliamo rinunciare ad andare al mare. Saranno ad ogni modo i luoghi di villeggiatura nostrani a farci spostare più spesso (40%), così come accade per i nostri cugini d’oltralpe (35%) e di Spagna (32%). Covid o non Covid, nulla da fare: i tedeschi che partono rinunciano difficilmente ad andare all’estero, con un buon 15% contro un 24% di amanti del turismo patrio.
Cosa avverrà in futuro?
Siamo decisamente i più ottimisti insieme ai tedeschi. La metà di noi pensa che il peggio della crisi sanitaria sia ormai alle spalle. La pensano diversamente Francia e Spagna, per le quali il peggio deve ancora arrivare (56% e 53%).
Ma interrogati sui danni economici, tutti e quattro i Paesi sono molto concordi nel ritenere che non abbiamo ancora visto il peggio (64% in Germania, 63% in Italia, 72% in Francia, 75% in Spagna).
Un altro dato importante che completa il quadro rilevato dal media europeo riguarda “la gestione del coronavirus e il consenso dei leader”. Purtroppo non sono disponibili i dati per l’Italia che “non è stata coinvolta in questa parte del sondaggio”. L’indiscussa vincitrice è Angela Merkel, apprezzata dal 66% dei suoi connazionali per la sua gestione della crisi e definita come colei che saprà risollevare il Paese. Emmanuel Macron e Pedro Sanchez non godono di altrettanto consenso. Il 41% dei francesi infatti disapprova o disapprova fortemente la gestione del suo presidente, mentre il 43% degli spagnoli non gradisce quella del suo primo ministro. Ma è da menzionare che il 37% di questi ultimi è a favore o molto a favore del suo leader.
Un sondaggio utile e interessante per captare gli umori di alcuni cittadini europei nei primi giorni del Consiglio europeo, appuntamento decisivo per i loro destini. Dati che illustrano chiaramente che essere a favore dell’apertura dei confini va di pari passo con l’avere fiducia nel futuro e nei propri governanti, pur mantenendo un atteggiamento consapevole e rispettoso delle regole. E che allo stesso tempo ci dicono che l’ottimismo poggia sempre le basi su una fiducia e su risultati interni positivi pre-esistenti al Covid.