Bruxelles – L’Unione europea vuole limitare l’esportazione a Hong Kong di materiali e tecnologie che possano essere usare per “repressione, intercettazione di comunicazioni interne o sorveglianza informatica” nella regione. È questa una delle iniziative decise dagli Stati membri UE in risposta alla legge sulla sicurezza nazionale approvata dalla Cina lo scorso 30 giugno e imposta nella regione amministrativa di Hong Kong. Per Bruxelles, l’atto di forza della Cina, che vieta atti sediziosi e interferenze straniere nell’ex colonia britannica, estende il controllo di Pechino sull’ex colonia britannica, limitandone diritti e libertà fondamentali.
Gli Stati membri dell’UE hanno lavorato nelle ultime settimane a una risposta europea coordinata, adottando ieri, 28 luglio, un pacchetto di misure in cui esprimono nuovamente preoccupazione per la legge e sostegno all’autonomia di Hong Kong, che deve essere preservata nel quadro del principio “Un paese, due sistemi”. Tra le altre iniziative, si menziona la possibilità di intensificare e coordinare borse di studio e scambi accademici che coinvolgano studenti e università di Hong Kong; favorire l’ulteriore impegno e sostegno alla società civile della regione; garantire l’osservazione dei processi degli attivisti che lottano per la democrazia; continuare a discutere a livello europeo dei potenziali rischi per i cittadini dell’UE presentati dalla legislazione sulla sicurezza nazionale.
Lo scopo delle varie misure e del pacchetto nel suo insieme, si legge nelle conclusioni, è di esprimere sostegno politico per l’autonomia di Hong Kong. Inoltre, si assicura che l’UE seguirà da vicino la situazione politica di Hong Kong” soprattutto in vista delle elezioni del Consiglio legislativo (Legco) fissate per il 6 settembre. “L’UE ritiene essenziale che queste elezioni si svolgano in un ambiente che rimane favorevole all’esercizio dei diritti e delle libertà democratiche”.
Da parte di Bruxelles si tratta di “un chiaro messaggio di solidarietà verso il popolo di Hong Kong e di sostegno alla sua autonomia sotto ‘un paese, due sistemi'”, riassume in un tweet l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell. L’UE cerca di mettere in piedi una risposta coordinata e comune agli sviluppi preoccupanti che riguardano Hong Kong, mentre il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, che presiede le riunioni degli Esteri in qualità di presidenza di turno al Consiglio UE, ha anche sottolineato che la Germania ha già fatto un primo passo bloccando immediatamente le esportazioni di attrezzature militari e dei cosiddetti beni a duplice uso verso Hong Kong, come con la Cina.
Nelle conclusioni non si parla di possibili sanzioni nei confronti della Cina. Ma come più volte sottolineato dal capo della diplomazia, le sanzioni “non sono il modo di risolvere i nostri problemi con Pechino”.