Bruxelles- “Il Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) confida che gli Stati Uniti impiegheranno tutti gli sforzi e i mezzi possibili per progredire verso un quadro giuridico globale in materia di protezione dei dati e della vita privata, che soddisfi realmente i requisiti di adeguate garanzie riaffermati dalla Corte UE”.
E questo l’auspicio che il Garante europeo della protezione dei dati ha espresso all’indomani della sentenza della Corte europea che aveva bocciato il 16 Luglio lo scudo di protezione Ue-Usa perché non fornirebbe gli strumenti necessari di tutela della privacy sull’utilizzo che il governo di Washington fa dei dati personali che la Commissione Ue gli trasferisce.
“In quanto autorità di vigilanza delle istituzioni dell’UE, il Garante sta analizzando attentamente le conseguenze della sentenza sui contratti conclusi dall’UE con istituzioni, organi, uffici e agenzie” che si occupano del trasferimento dei dati dei cittadini europei ed è “pronta a proseguire le indagini già avviate riguardo all’accordo tutt’ora in vigore tra Microsoft e la Commissione Ue”.
Il Garante ha sottolineato che la sentenza della Corte UE viene a confermare le criticità e le perplessità già espresse assieme al Comitato europeo per la protezione dei dati riguardo alla capacità da parte della Commissione europea di assicurare “un alto livello di protezione dei dati personali trasferiti dall’Unione Europea verso i Paesi terzi”.
Se la sentenza della Corte Ue di ieri ha approvato gli standard delle clausole contrattuali imposte dalla Commissione per il trasferimento internazionale dei dati, ha anche chiesto più vigilanza da parte delle autorità per la protezione dei dati competenti nel controllare le modalità di utilizzo dei dati forniti ai governi dei Paesi terzi. Il Garante europeo della protezione dei dati ha richiamato le autorità di vigilanza europee a “far rispettare con fermezza la legislazione sulla protezione dei dati e a non esitare a sospendere o vietare i trasferimenti di dati verso un Paese che non rispetti tali norme.
Il GEPD ha sottolineato che dall’ultima sentenza pronunciata dalla Corte Ue, che aveva gia bocciato gli standard di protezione offerti dagli Usa 5 anni fa, sono stati fatti notevoli passi in avanti a livello legislativo, in particolare grazie all’entrata in vigore del GDPR e della nuova Convenzione 108+ adottata dal Consiglio d’Europa. Ma l’intenzione del GEPD è quella di alzare gli standard di protezione a livello mondiale poiché “la protezione dei dati è più di un diritto fondamentale europeo, è un diritto fondamentale ampiamente riconosciuto in tutto il mondo”.