Bruxelles – Cresce il numero dei cittadini dell’Unione europea, ma l’Italia è in controtendenza, anche a causa del tasso di natalità più basso dell’UE.
Al primo gennaio 2020, la popolazione dell’UE a 27 Stati membri era stimata a 447,7 milioni di individui, in calo del 12,8 per cento rispetto ai 513,5 milioni di abitanti stimati al primo gennaio 2019 quando nell’UE c’era ancora il Regno Unito. Il calo della popolazione è dunque riconducibile all’uscita dal Regno Unito dall’UE. Se invece confrontiamo i dati sulla popolazione in un’Europa a 27 Stati, l’UE ha registrato un aumento di quasi un milione di abitanti rispetto al 2019. Questa la fotografia sulla popolazione europea dell’Eurostat, pubblicata alla vigilia della giornata mondiale della popolazione, celebrata l’11 luglio.
Continua il trend negativo sul ricambio naturale della popolazione, ormai fortemente compromesso. Nel 2019, spiega l’Istituto statistico dell’Unione, si sono registrati più decessi che nascite (4,7 milioni di morti e 4,2 milioni di nascite) e dunque l’aumento della popolazione è dovuto essenzialmente alla migrazione netta in Europa. Con 83,2 milioni di abitanti la Germania ha la popolazione più numerosa (pari al 18,6 per cento della popolazione totale dell’UE), seguita dalla Francia (67,1 milioni di abitanti, pari al 15,0 per cento), dall’Italia (60,2 milioni o 13,5 per cento), Spagna (47,3 milioni pari al 10,6 per cento) e Polonia (38,0 milioni pari all’8,5 per cento). L’Italia è tra i Paesi europei che registra il calo maggiore della popolazione (-1,9 per cento), insieme a Bulgaria (-7 per cento), Lettonia (-6,4 per cento), Romania (-5 per cento) e Croazia (-4,4 per cento).
Continua a scendere il tasso di natalità nell’intera Unione europea: al 2019 sono nati 4,2 milioni di bambini, il 2,2 per cento in meno rispetto all’anno precedente. L’Italia è in assoluto il Paese in cui il tasso di natalità è più basso (7.0 per cento, in calo rispetto allo scorso anno al 7.3 per cento), seguita da Spagna (7,6 per cento), Grecia (7,8 per cento), Finlandia (8,3 per cento) e Portogallo (8,4 per cento). Di contro, i tassi di natalità più alti si sono registrati in Irlanda (12,1 per cento), Francia (11,2 per cento), Svezia (11,1 per cento), Cipro (10,9 per cento) e la Grecia (10,6 per cento).
Nel 2019 sono stati registrati 4,7 milioni di decessi nell’UE, lo 0,9 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Il più basso numero di morti si osserva in Irlanda (6,3 per 1.000 abitanti), seguita da Cipro (6,8 per cento), Lussemburgo (6,9 per cento), Malta (7,3 per cento) e Svezia (8,6 per cento). Mentre il tasso di mortalità più elevato è stato invece registrato in Bulgaria (15,5 per cento), seguita da Lettonia (14,5 per cento), Lituania (13,7 per cento), Romania (13,4 per cento) e Ungheria (13,3 per cento). Per l’UE, il tasso di mortalità è del 10,4 per 1.000 abitanti.
Di conseguenza, spiega l’Eurostat, l’Irlanda (con un cambio naturale della sua popolazione di +5,8 per cento) è rimasta nel 2019 lo Stato membro dove le nascite sono più numerose delle morti, seguite da Cipro (+4,1 per cento), Lussemburgo (+3,1 per cento), Svezia (+2,5 per cento) e Francia (+2,1 per cento). Tra gli Stati UE che invece hanno registrato un cambiamento naturale negativo nel 2019, ovvero dove i decessi sono più numerosi delle nascite, Bulgaria (-6,7 per cento), seguita da Lettonia (-4,7 per cento), Lituania, Grecia e Croazia (ciascuno -3,9 per cento), Ungheria e Romania (al -3,8 per cento) e anche Italia (-3,6 per cento).