Roma – Il governo vuole farsi trovare pronto, il progetto italiano per il Next generation Eu sarà presentato a settembre, in largo anticipo sulla scadenza prevista a metà ottobre. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte alle Camere riferisce sul prossimo Consiglio europeo di venerdì. Video conferenza con i capi di Stato e di governo “solo di natura consultiva”, per questo non ci sarà un voto in Parlamento, “quando prenderemo decisioni risolutive tornerò a chiederlo” ha spiegato il premier.
Una premessa che replica alle polemiche innescate dalle opposizioni che accusano l’esecutivo di mancato confronto e che hanno platealmente abbandonato l’aula, disertando il dibattito. In aula restano occupati i ‘banchi europeisti’, la maggioranza e il gruppo di Forza Italia che tuttavia non rinuncia alle critiche. Conte non abbandona però la ricerca del confronto e si dichiara “disponibile ad accogliere proposte e suggerimenti”, quando dopo il passaggio delle consultazioni degli Stati generali, sarà pronto il progetto italiano da presentare a Bruxelles.
Arrivando a un negoziato sulla proposta della Commissione von der Leyen, il premier evidenzia lo sforzo dell’Italia di arrivare a un approccio unitario e di solidarietà. Una buona base di partenza, “ora dobbiamo raggiungere un consenso prima possibile, non possiamo permetterci lunghe liturgie che spesso hanno avuto l’effetto di compromessi al ribasso”. Rapidità insieme alla decisione di non discostarsi dalla proposta iniziale con la necessaria distinzione tra finanziamenti e prestiti, sono gli obiettivi dell’Italia nella trattativa. Il premier offre così la prima offerta di mediazione ai Paesi contrari a questa impostazione: “Consideriamo anacronistici i famigerati ‘rebates’ (sconti sul bilancio richiesti da alcuni Stati) sui quali continuano a insistere. Possiamo comprenderli ma allora facciano cessioni sulla proposta della Commissione”.
“Ci faremo trovare pronti, il piano italiano sarà accompagnato da un ambizioso programma di riforme” è la promessa del presidente del Consiglio che si tiene lontano da ogni possibile accenno ai temi che mettono in tensione la maggioranza come l’accesso alla linea di credito sulle spese sanitarie del MES. Se non ora, sarà nel mese di luglio che la coalizione dovrà affrontare lo scoglio specialmente se il governo vorrà anticipare i cardini della legge di bilancio per il 2021.
Sui prestiti è tornato anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri . “Non sono un pasto gratis ma sono risorse da cui si può attingere con tassi più bassi di quelli di mercato” che per l’Italia sono più alti di altri Paesi. “Averne a tasso zero è dunque attraente per risparmiare sugli interessi e il governo valuterà con grande attenzione questi strumenti e non appena il negoziato sarà concluso prenderà le decisioni più appropriate”.
Sul programma per affrontare la crisi oggi c’è stato il passaggio particolarmente delicato del confronto con la Confindustria agli Stati Generali. Il nuovo leader degli imprenditori Carlo Bonomi, ha sollecitato il governo a onorare i contratti e i debiti dello Stato con le imprese e denunciato i “ritardi gravi ritardi anche per le procedure a sostegno della liquidità“. Il premier ha replicato che “c’è una costante attenzione per il sostegno alle imprese. Per noi l’impresa è un pilastro della nostra società” e riferendosi alle polemiche pregresse “non vi è alcun pregiudizio di questo governo verso la libera iniziativa economica”.
Conte ha poi confermato anche alle altre associazioni imprenditoriali il percorso del piano di rilancio che, terminato questo ciclo di incontri, già dalla prossima settimana, avrà la versione finale. “Non abbiamo tempo – ha aggiunto – andremo poi a declinare delle priorità, a dare una prospettiva ai progetti e infine il più stretto Recovery Plan su cui chiederemo i finanziamenti all’Ue che presenteremo in autunno”.