Bruxelles – Opportunità e rischi. Le intelligenze artificiali continuano ad essere ammantate di un’aura contraddittoria, che però va superata, per il bene del mercato unico, soprattutto quello digitale. E’ l’invito contenuto nell’analisi realizzata per conto della commissione Mercato interno del Parlamento europeo. Il documento, volto a tenere alta l’attenzione su un tema considerato come centrale, evidenzia costi e benefici potenziali di un processo innovativo che, se sviluppato come si deve, può fare la differenza.
“Gli attuali progressi e sviluppi tecnologici dell’intelligenza artificiale che possono verificarsi nel prossimo futuro, se guidati lungo il percorso di un’intelligenza artificiale incentrata sull’uomo, possono rappresentare un importante fattore di trasformazione per i servizi di commercio elettronico e digitale e per il mercato interno”, si premette nel documento del dipartimento di politica economica, scientifica e di qualità della vita della direzione generale delle Politiche interne.
“Le nuove piattaforme per l’e-commerce e i servizi digitali basati su meccanismi di interazione di intelligenza artificiali basati sull’uomo hanno il potenziale per mitigare la concentrazione monopolistica, offrire mercati più aperti, più capaci di resistere [agli shock, ndr] e collegare meglio le diverse esigenze dei consumatori europei alla diversa offerta di prodotti e servizi europei”. Dunque c’è un potenziale da non sottovalutare, su cui investire.
Anche perché, in combinazione con i progressi in corso nelle reti peer-to-peer e di contabilità distribuita (block-chain), i meccanismi di interazione dell’intelligenza artificiale “hanno il potenziale per promuovere un rapido spostamento verso ambienti decentralizzati per e-commerce e servizi digitali incentrati non sull’intermediario delle transazioni, ma piuttosto direttamente su consumatori e fornitori”, arrivando così a massimizzare la soddisfazione di consumatori e fornitori, sia individualmente che collettivamente, invece che massimizzare le entrate dell’intermediario. Pertanto l’intelligenza artificiale può avere un impatto sul mercato interno perseguendo obiettivi significativi per consumatori e fornitori, anziché misure di successo funzionali agli intermediari.
Per gli autori dell’analisi non c’è dubbio che “un tale ecosistema sarebbe vantaggioso anche per l’e-government e gli appalti pubblici”. Ma perché si possa davvero fare affidamento sulle intelligenze artificiali, occorre rimuovere tutti gli aspetti più controversi. “L’opacità e la natura delle scatole nere dei modelli di intelligenza artificiale stanno crescendo, insieme al rischio di creare sistemi esposti a pregiudizi nei dati di addestramento, sistemi che persino gli esperti non riescono a capire”. Ancora, si mette in guardia, “mancano strumenti per consentire agli sviluppatori di intelligenza artificiale di certificare l’affidabilità dei loro modelli”.
Vanno quindi sciolti tutti i nodi legati alle nuove tecnologie per poter rilanciare l’economia a dodici stelle attraverso il potenziamento del mercato unico. “È fondamentale” immettere nelle tecnologie di intelligenza artificiale valori etici di equità (come evitare decisioni ingiuste e discriminatorie), accuratezza (come fornire informazioni affidabili), riservatezza (come proteggere la privacy delle persone coinvolte) e trasparenza (come fare modelli e decisioni comprensibili a tutte le parti interessate). “Questo approccio alla progettazione sensibile ai valori, ma ancora pienamente reso operativo, è fortemente necessario per aumentare l’accettazione sociale diffusa dell’intelligenza artificiale senza inibirne il potere”.