Bruxelles – Adesso più che mai è tempo di equità fiscale. Margrethe Vestager da sempre si batte per un sistema davvero giusto in cui ciascuno paghi le tasse, soprattutto le imprese. Adesso, alla luce della nuova recessione, è tempo di premere sull’acceleratore. La vicepresidente esecutiva della Commissione europea, responsabile delle politiche di concorrenza e digitale, intende fare in fretta. “E’ sempre più urgente non tanto che più imprese paghino le tasse, quanto che tutte le imprese paghino le tasse quando fanno i loro affari qui” nel territorio dell’Unione europea. La crisi provocata dalla pandemia di COVID-19 deve offrire l’occasione per le scelte coraggiose a questo punto imprescindibili. “E’ importante che le imprese che fanno affari in Europa contribuiscano alla sua ripresa” economica, dice nel corso dell’audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo.
Si dice “a favore” dell’istituzione di una tassa digitale con cui alimentare il bilancio comune dell’UE e, sempre in ottica di ripresa, avverte che in quanto capo dell’Antitrust a dodici stelle veglierà su un uso corretto dell’allentamento dei vincoli UE. Sulla scia delle conseguenze del Coronavirus, l’esecutivo comunitario ha applicato la massima flessibilità possibile alle regole sugli aiuti di Stato, permettendo l’intervento dei governi e l’immissione di denaro pubblico sul mercato. “Le imprese non devono usare questa crisi per creare cartelli o distorcere la concorrenza”. Un avvertimento che vale anche e soprattutto per Alitalia, la compagnia di bandiera che il governo di Giuseppe Conte sta provando a salvare, ancora una volta. “Le compagnie aeree con difficoltà già prima dell’1 gennaio 2020 possono chiedere compensazioni, ma non possono avvalersi di aiuti di Stato in quanto tali”, sottolinea Vestager. Tradotto: l’Italia rischia una procedura d’infrazione.
Lotta senza quartiere alle imprese ‘furbe’, dunque. A tal proposito precisa: “Le grandi aziende dovranno riferire come utilizzano i soldi” che ricevono in questo momento di eccezionale presenza dello Stato. L’obiettivo, come peraltro detto dalla stessa Vestager, è evitare distorsioni e soprattutto frammentazioni del mercato unico. “E’ il nostro asset più prezioso per la ripresa”, puntualizza. “Il mercato unico contribuisce in maniera fondamentale alle nostre crescita e prosperità, che dipendono dal fatto di poter commerciare tra noi”. Il Coronavirus ha però costretto alla chiusura delle frontiere interne, con tutto gli annessi e connessi. “Il COVID-19 ha mostrato quanto sia importante il nostro mercato unico, e quanto sia importante non avere frammentazioni”.