Bruxelles – L’ambasciatrice italiana in Belgio Elena Basile ha incontrato la vice-presidente della Regione Vallonia e ministra regionale della Salute Christie Morreale per discutere i maggiori temi d’attualità legati alla crisi covid-19 in Italia e Belgio.
L’ambasciatrice Basile, spiega una nota, nel sottolineare come le misure di ‘’confinamento’’ e ‘’deconfinamento’’ seguano ormai standard simili in Italia e in Belgio, ha posto l’accento su un sempre maggiore coordinamento a livello europeo in relazione anche a protocolli e parametri che continuano a cambiare da Paese a Paese. Ha quindi illustrato le misure intraprese in Italia in relazione alle ‘’fase 2’’, soffermandosi in particolare sull’utilizzo dei test e del tracciamento quali strumenti che dovrebbero caratterizzare le aperture in corso garantendo la più ampia sicurezza personale.
La ministra Morreale, che detiene anche le competenze per l’uguaglianza di genere e il lavoro, già vice-presidente del Partito Socialista e Senatrice, è di origine italiana come numerosi esponenti della classe politica vallone, a cominciare da Elio Di Rupo. Ella ha voluto condividere la sua partecipazione emotiva per la situazione che l’Italia si è trovata ad affrontare per prima, esprimendo il suo più sincero ringraziamento per come il Paese ha saputo gestire la crisi e per aver fornito un’esperienza preziosa agli altri Paesi europei.
La ministra, prosegue la nota, ha illustrato l’azione del Governo regionale, sottolineando lo sforzo compiuto per assicurare stock durevoli di dispositivi sanitari e per avviare un sistema di ‘’tracciamento’’ manuale al fine di circoscrivere il raggio d’azione del virus. Ha ribadito il suo scetticismo per il tracciamento digitale. Risulterebbe difficile che in Vallonia il 60% della popolazione utilizzi volontariamente l’applicazione, senza contare inoltre le criticità legate alla difesa della privacy. Nel merito dello screening, pur convenendo sull’importanza di fare tamponi e test sierologici, ha espresso alcune perplessità: la conferma della presenza di anti-corpi non è infatti in grado fornire una patente di immunità.
Piena sintonia è stata espressa dalla ministra con le posizioni illustrate dall’ambasciatrice Basile riguardo alla necessità di assicurare un coordinamento europeo maggiore in campo sanitario, nonché sull’opportunità di rendere la crisi in corso un momento per una riflessione più profonda sui meccanismi della governance dell’UE.