Bruxelles – L’industria europea del riciclaggio delle materie plastiche avverte del rischio di chiusura della sua produzione “a causa degli attuali sviluppi del mercato causati dalla pandemia di COVID-19”. Una nota dell’associazione europea di categoria Plastics recyclers Europe (PRE) spiega che i maggiori problemi sono la mancanza di domanda dovuta alla chiusura degli impianti di trasformazione e ai bassi prezzi record delle materie plastiche vergini, nonché alla riduzione dell’attività a livello globale.
Ton Emans, presidente di PRE, afferma che “se la situazione dovesse persistere e non verranno intraprese azioni per porre rimedio, il riciclaggio della plastica cesserà di essere redditizio, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio dell’UE e mettendo a repentaglio la transizione verso la plastica circolare” . In tal caso, aggiunge, “i rifiuti di plastica riciclabile non avranno alternative se non essere inviati in discarica o incenerimento”.
I danni al mercato del riciclaggio avrebbero, oltre alle gravi conseguenze ambientali, un impatto socioeconomico di vasta portata a causa dell’ampia occupazione nella catena del valore della gestione dei rifiuti, affermano a PRE dove si invitano “l’UE e gli Stati membri a includere il riciclaggio tra i settori sostenuti dai rispettivi piani di ripresa e a continuare ad attuare le misure nell’ambito dell’economia circolare”.