Bruxelles – L’operazione Irini per il controllo dell’embargo sulle armi in Libia è partita, ma lo fa a rilento. La missione navale europea, a guida italiana, nata allo scopo di monitorare l’embargo disposto dalle Nazioni Unite sulla costa orientale della Libia è operativa, ma è entrata in azione già menomata dalle divisioni interne all’Unione europea. Il governo di Malta ha deciso di ritirarsi dalla missione, ponendo un veto sulle procedure di spesa per lo sbarco dei migranti.
Le motivazioni, spiegano da La Valletta, sarebbero da ricondurre all’eccessivo incremento della pressione migratoria sull’isola, nonostante le richieste avanzate a Bruxelles per attuare un ricollocamento urgente e affinché venga trovata una soluzione a livello comunitario. La notizia, trapelata qualche giorno fa su media locali, è confermata anche da Josep Borrell al termine di un vertice virtuale con i ministri europei della Difesa, il secondo in sei settimane. “Capisco il problema di Malta” dice l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE “stiamo cercando di mobilitare aiuti per alleviare la pressione migratoria su La Valletta”. D’altro canto, sottolinea, bloccare l’operatività della missione navale non può che trasformarsi in un danno ai fini della stabilizzazione della regione libica, che a sua volta rappresenta l’unico modo per controllare l’incremento della pressione migratoria sugli stati membri e sul Mediterraneo centrale.
Borrell conferma dunque che dopo un lungo e travagliato percorso diplomatico tra gli stati membri, la missione dell’Unione europea a guida italiana ha finalmente avviato le proprie attività in mare, con un’unica nave a disposizione per ora disposta dalla Francia. Il problema riguarda ora i finanziamenti della missione. “Spero, sottolinea, che l’obiezione da Malta possa essere ritirata nei prossimi giorni” e che Irini ricominci a operare nel pieno del suo mandato.
La ripresa escalation di violenza in Libia preoccupa l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, il quale nel pomeriggio è tornato a chiedere, a nome di tutta l’Unione, una tregua per la Libia. Da Bruxelles l’appello affinché “tutte le parti agiscano in modo responsabile e che cessino immediatamente i combattimenti in tutta la Libia che stanno colpendo in primo luogo i civili, compresi i migranti, e li sta mettendo in un pericolo ancora maggiore”. Per l’UE non esiste altra alternativa che una soluzione politica inclusiva per stabilizzare la regione ed “esorta tutti gli Stati a cooperare con le Nazioni Unite nel processo politico”.