Bruxelles – La ripresa dell’Europa passa attraverso una nuova fase della gestione del ciclo dei rifiuti, vero e proprio tallone d’Achille per Paesi come l’Italia. Nel 2018 l’UE ha esportato nel resto del mondo 36,8 milioni di tonnellate di materiale di scarto riciclabile. Un qualcosa che per il commissario per l’Ambiente e il mare, Virginijus Sinkevičius, deve finire. “Il Green Deal e il piano d’azione per l’economia circolare esortano la Commissione europea a limitare l’esportazione di rifiuti fuori dall’UE”, la premessa dell’unico esponente dei Verdi del team von der Leyen, convinto che adesso più che mai bisogna puntare sul riciclo.
“La riduzione dell’export di rifiuti fa bene al settore del riciclo europeo, che si può sviluppare, e può portare alla creazione di nuovi posti di lavoro”, dice durante la video-audizione con la commissione Ambiente del Parlamento europeo. E’ un’opportunità, dunque, che arriva in un momento quanto mai necessario. Questo circuito virtuoso di meno vendita di scarti e potenziamento del settore “è anche in linea con la ripresa” a cui l’UE deve guardare dopo la pandemia di Coronavirus. Qui Sinkevičius mette le cose in chiaro. “Il piano per la sostenibilità era centrale già prima della pandemia, ed è ancor più essenziale per la ripresa”. Poi, “una volta che sarà in vigore, dovrà essere rispecchiato dai futuri accordi commerciali” tra l’Unione europea e i suoi partner.