Bruxelles – La diplomazia cinese ha effettivamente espresso “preoccupazione” per l’ultimo rapporto sulla disinformazione del Servizio europeo per l’azione esterna, prima che venisse pubblicato ufficialmente dal SEAE. Dopo una prima “fuga di notizie” e pubblicazione di un documento destinato ad esclusivo uso interno, la Cina ha espresso una serie di preoccupazioni circa il contenuto del rapporto e sul suo coinvolgimento nella diffusione di fake news e informazioni fuorvianti sul Coronavirus in Europa. Bruxelles non si è però piegata a pressioni da parte del governo di Pechino per “ammorbidire” la versione poi pubblicata lo scorso 24 aprile.
In audizione di fronte alla commissione Affari esteri dell’Europarlamento, Josep Borrell risponde in questi termini alle accuse rivolte al Servizio per l’azione esterna dal New York Times, secondo cui l’Unione europea avrebbe ammorbidito l’ultima pubblicazione relativa alla disinformazione sul Covid-19 in seguito ad alcune lamentele avanzate dal governo cinese.
La teoria del doppio documento
L’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza si attiene alla linea comunicata a inizio settimana dal suo portavoce Peter Stano dal palco del Berlaymont. Quella dell’indipendenza. “Siamo un servizio diplomatico e dunque non possiamo piegarci a pressioni politiche esterne”. Borrell, come Stano, fa riferimento a “due pubblicazioni diverse, due processi di raccolta ed elaborazione dati diversi. Soprattutto, spiega, ci sono due destinatari diversi” delle produzioni del SEAE. Le accuse del quotidiano statunitense fanno riferimento ad una revisione del rapporto da parte di Bruxelles, avvenuta dopo le lamentele del governo di Pechino. In realtà, conferma Borrell, da principio esistono due diversi documenti, uno esclusivamente ad uso interno e l’altro elaborato per la pubblicazione. Nel primo confluiscono una serie di riflessioni che devono essere accuratamente verificate prima di essere pubblicate, “proprio per evitare incidenti diplomatici”.
“Posso garantire, sottolinea ancora, che nessuna modifica è stata apportata alla prima versione a causa delle preoccupazioni espresse dalla Cina”. E aggiunge che il “Servizio di azione esterna cercherà di mantenere il suo ruolo leader nel raccogliere e combattere la disinformazione anche sul Coronavirus”. Queste narrazioni falsate e manipolate sono soprattutto nocive per la salute, rappresentano un rischio per la vita dei cittadini europei. “Devo essere sincero – afferma Borrell – la disinformazione è in grado di uccidere“.
Lotta alle minacce informatiche
Intanto, in una nota fa sapere che l’Unione europea e gli Stati membri sono impegnati a combattere le minacce informatiche, che hanno subìto un repentino aumento da quando il Coronavirus si è diffuso. “Dall’inizio della pandemia, sono state rilevate significative campagne di distribuzione di phishing e malware, attività di scansione e attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), alcuni dei quali vanno a colpire le infrastrutture essenziali per gestire questa crisi”, si legge. Per questo, “l’Unione europea e i suoi Stati membri rafforzeranno ulteriormente la loro cooperazione a livello tecnico, operativo, giudiziario e diplomatico, anche con i loro partner internazionali”.