Roma – Una strenua difesa delle scelte adottate per il contenimento del contagio e un avvertimento alle Regioni che vanno in ordine sparso: “si tratta di iniziative improvvide e sono atti illegittimi”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte torna nelle aule delle Camere per spiegare la fase due. “Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti, con il virus dovremo convivere e vale ancora il principio della massima precauzione”. Nell’affrontare la pandemia che imperversa in tutto il mondo, “l’immagine dell’Italia è cresciuta, non per merito del governo ma dei cittadini italiani. Dobbiamo ringraziarli – dice Conte- per i sacrifici fatti, l’’indice di contagio, l’ormai famoso, R con zero, non lo troviamo scritto da nessuna parte, dipenderà dalla capacità di vivere questa seconda fase con pari responsabilità”.
Dal 4 maggio varranno le nuove disposizioni, circa 4 milioni e mezzo di persone torneranno al lavoro ma per molti settori come bar, ristoranti e negozi ancora non ci sono le condizioni. Qualche apertura potrà essere anticipata “in alcune aree circoscritte”, dice il premier, aprendo dunque alle richieste di qualche Regione ma sempre in accordo con il governo e “comunque sulla base di solidi presupposti scientifici e sanitari”.
Nella nuova fase è atteso soprattutto il processo di testing per mantenere il virus sotto controllo. Nel mese di maggio 150 mila test saranno fatti a campione nella modalità sierologica, ed è prevista la partenza della applicazione “Immuni” che servirà a tracciare i contatti di soggetti positivi. Sarà una legge a regolare il sistema, da installare volontariamente sugli smartphone, le cui caratteristiche sono state approvate in un decreto del Consiglio dei ministri. Via libera anche da parte dell’Autorità di garanzia della privacy, che aveva indicato al governo i paletti del Garante europeo e le raccomandazioni dell’UE in materia di protezione dei dati. La nuova app che sarà testata nelle prossime settimane, consentirà di raccogliere dati anonimi, o comunque pseudonomizzati, non riconoscibili, su base di prossimità e non tramite geolocalizzazione.
Il livello di sicurezza sarà adeguato ai rischi per i diritti e le libertà degli interessati, ed è assicurato da una struttura pubblica che dovrà garantire che i dati vengano utilizzati esclusivamente per le finalità specifiche. Le eccezioni riguardano la possibilità di utilizzo delle informazioni in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini di sanità pubblica, profilassi, finalità statistiche o di ricerca scientifica. Dati singoli che dovranno essere comunque distrutti alla fine dell’emergenza e comunque entro la fine del 2020.
Accusato dalle opposizioni (e da Italia Viva con un intervento molto critico di Matteo Renzi) di approfittare dell’emergenza per governare senza il controllo del Parlamento, Conte ha difeso gli strumenti legislativi come i decreti del presidente del consiglio. Adottati in questi tre mesi “hanno piena forza di legge”, legittimati da un voto iniziale delle Camere e coperti dall’articolo 16 della Costituzione.
Parlamento pienamente coinvolto anche sui provvedimenti economici per fronteggiare la crisi, misure che il premier si è impegnato a rendere più rapidamente efficaci, superando gli ostacoli della burocrazia e per far arrivare presto il sostegno finanziario a cittadini e imprese. Intanto oggi con il voto definitivo del Senato è stato approvato il Documento di economia e finanza che autorizza lo scostamento di bilancio necessario per la maximanovra da 155 miliardi.