Bruxelles – Le cose si presentano male per il prossimo futuro. Se la contrazione economica registrata sin qui per la chiusura di tutte le attività economiche è stata marcata, “la forte flessione dell’attività economica di aprile suggerisce che l’impatto sarà probabilmente ancora più grave nel secondo trimestre”. Christine Lagarde mette in guardia. Il peggio deve arrivare. Il Coronavirus ha imposto le misure di confinamento, di fatto arrestando l’intera produzione europea. “I prossimi trimestri saranno difficili”, ammette la presidente della Banca centrale europea, che ricorda le regole del gioco: la recessione è immediata, la ripresa no.
“Gli scenari di crescita prodotti dal personale della BCE suggeriscono che quest’anno il Prodotto interno lordo dell’area dell’euro potrebbe diminuire tra il 5% e il 12%, seguito da una ripresa e dalla normalizzazione della crescita negli anni successivi”. Lagarde sa che non è possibile immaginare l’andamento delle cose. In linea di principio “ci aspettiamo che quando le misure di confinamento verranno revocate si tornerà a crescere, ma non sappiamo a quale ritmo e in che maniera”. Si temono sviluppi asimmetrici a una crisi simmetrica, economie più reattive ed altre più agonizzanti. Per questo conferma la disponibilità a portare avanti politiche accomodanti.
Il consiglio dei governatori conferma la disponibilità a tenere in vita fino al 31 dicembre il programma di acquisto d’emergenza pandemico (PEPP), con cui si acquistano titoli pubblici. E’ il “bazooka” da 750 miliardi di euro attivato il mese scorso, che “potrebbe essere esteso anche oltre il 2020”, confida Lagarde. Date le circostanze, “siamo pronti a esaminare, rivedere, adeguare e valutare la composizione del programma di acquisto d’emergenza in termini di dimensioni, composizione e durata”. Quindi specifica sul ciclo di vita del programma, che la BCE intende farvi ricorso “per tutto il tempo necessario”.
Lagarde insiste sulla disponibilità a fare tutto ciò che si renderà doveroso. “Il consiglio direttivo rimane pienamente impegnato a fare tutto il necessario nell’ambito del suo mandato per sostenere tutti i cittadini dell’area dell’euro in questo periodo estremamente impegnativo”. Ma si rivolge anche ai Paesi. A loro ricorda che la recessione “è stata provocata dallo spegnimento di interi settori” dell’economia e che più che il COVID-19 “le misure per contenerne la diffusione hanno in gran parte fermato l’attività economica”, quindi adesso “chiediamo ulteriori sforzi forti e tempestivi per preparare e sostenere la ripresa”.