C’è qualcosa di perversamente contraddittorio nel sentirsi manipolati per una buona causa.
Ho guardato il video dopo che così tanti lo hanno postato? Sì, l’ho guardato. L’ho condiviso? Certo. La situazione in Ucraina è orribile e del tutto inaccettabile. Ma è questa l’unica ragione per cui l’ho condiviso? Forse no. Sono stata presa dal video, come migliaia di altre persone del resto, per le stesse ragioni che rendono un video virale. Cosa voglio dire?
Provate, se potete – e so che non è facile – a mettere da parte quello che sta realmente e tragicamente accadendo in Ucraina. Ora guardate il video di nuovo. Vedrete una ragazza molto carina, veri suoni di ‘battaglia ‘, con una musica inquietante. Vedrete immagini di scontri violenti e sentirete quella ragazza parlare di libertà, con una voce quasi rotta dalla commozione. Ci sono tutti gli ingredienti del ‘guerrilla marketing’. Letteralmente.
E ora ripensate a ciò che sta accadendo a Kiev. Sfido chiunque, dopo aver letto e visto le notizie delle ultime settimane e dopo aver visto questo video su qualsiasi social network, a decidere poi di non condividerlo.
Ma mi chiedo: nonostante il fatto che ciò che sta accadendo in Ucraina è molto, ma molto più importante di qualsiasi tentativo di utilizzare tecniche ben conosciute per ottenere la nostra attenzione, perché ho un profondo senso di disagio al pensiero che se fosse stato un normale uomo ucraino di 50 anni a dirmi le stesse cose, forse non lo avrei condiviso? Non è una buona cosa usare tutti i mezzi disponibili per far sì che la gente si interessi veramente a ciò che sta accadendo alle porte dell’Unione Europea? D’altra parte, sono davvero così sicura che il video del cinquantenne ucraino non sarebbe diventato virale?
Domande difficili , che richiedono serie riflessioni prima di ottenere una risposta soddisfacente. E si spera, che ora di allora, la bella ragazza – e il 50enne – saranno tornati a casa, vista la liberazione di Timoshenko e l’annuncio di un nuovo governo ed elezioni anticipate.