Roma – Mettere le risorse e i mezzi finanziari in comune. Nell’Unione europea si allarga il fronte per una azione forte e unitaria nel nome della solidarietà. La Francia, già scesa in campo schierandosi a favore dei Coronabond con il presidente Emmanuel Macron, presenta la sua proposta con il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, “la creazione di un fondo limitato nel tempo che emetta dei bond garantiti, operato dalla Commissione seguendo le strategie del Green deal e degli altri indirizzi europei”.
Per evitare confusioni con il bilancio Ue, ha spiegato il ministro, il fondo “resterà fuori dal budget comunitario”. Secondo l’idea francese, i bond sarebbero emessi con la formula che implica che ogni soggetto partecipante all’emissione garantisce per la propria quota di debito e di quella degli altri. Le obbligazioni comuni emesse dal Fondo potrebbero essere rimborsate a lungo termine, facendo ricorso a nuove risorse, fuori dal budget UE, come una tassa di solidarietà o un contributo degli Stati membri.
L’obiettivo è quello di “aiutare e coordinare lo stimolo per far ripartire l’economia quando la crisi finisce”. In una conferenza stampa il ministro francese giudica le decisioni prese dalla Commissione e dalla BCE “giuste e prese al momento giusto” e ora lavorare alla seconda fase, “dobbiamo prendere decisioni più forti e a lungo termine”.
Per Le Maire si tratta di temi che dovranno essere affrontati nella prossima riunione dell’Eurogruppo, perché “c’è bisogno di altri strumenti, di strumenti più potenti per pensare al dopo crisi”. Una strategia che il ministro francese ha già anticipato all’omologo tedesco Olaf Scholz, un pacchetto di interventi che, consultandosi anche con Spagna e Italia, sottoporrà al presidente Mario Centeno.
Dopo l’imbarazzante stallo delle ultime riunioni il gruppo di Paesi che già aveva invitato il Consiglio europeo a considerare l’ipotesi di titoli di debito condivisi, riprende il pressing sui governi più riluttanti. “Se vogliamo essere efficaci serve un forte coordinamento, niente sarebbe peggio per l’Europa che avere una risposta alla crisi condivisa da alcuni e respinta da altri”.
Oltre alla proposta del fondo comune, altri strumenti necessari sono la Banca degli Investimenti attivando nuovi volumi di finanziamento, lo schema di sussidio alla disoccupazione e riferendosi a un uso del MES, in versione “light senza condizionalità eccessive”.