Bruxelles – L’esecutivo europeo vuole acquisire una quota di metadati aggregati per singolo paese membro, in forma anonima, da reperire attraverso gli smartphone, e analizzare in questo modo gli schemi di diffusione del Coronavirus in Europa.
La Commissione UE è al lavoro insieme al Centro comune di ricerca (CCR) per studiare le modalità attraverso cui monitorare l’evolversi del contagio: l’idea è quella di trovare algoritmi che siano in grado di individuare (e anticipare) il picco dell’epidemia nei singoli paesi membri attraverso una lettura più chiara dell’impatto delle misure di confinamento adottate dai governi e di come è cambiata la diffusione del contagio dopo i vari lockdown.
L’impiego dell’intelligenza artificiale per combattere il Coronavirus “può accelerare i tempi della risposta europea all’emergenza sanitaria”. È quanto sostiene il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, che oggi ha aggiornato in videoconferenza gli eurodeputati della commissione per il mercato interno circa la risposta europea alla crisi Covid-19.
Occhi aperti sul rispetto delle normative vigenti in tema di protezione dei dati e di privacy: il francese assicura di aver consultato anche il Garante europeo per la protezione dei dati (GEPD) che ha confermato la validità di questo tipo di approccio. Essenziale, però, che i dati raccolti dall’UE siano in forma strettamente anonimizzata. I dati, assicura Breton, una volta utilizzati, andranno poi distrutti e per ogni paese sarà selezionato un solo operatore.
Nessun paese può affrontare da solo questa crisi
Quella che il mondo si trova oggi ad affrontare è una minaccia senza precedenti, da cui l’Unione europea uscirà profondamente cambiata. L’impatto sulle nostre economie sarà gigantesco, dice il commissario, e una volta che l’emergenza sanitaria si sarà attenuata “c’è solo una parola che dovremo ricordare: solidarietà”. “Dimostriamo che non si tratta solo di uno slogan” è il monito del commissario. “Nessun paese, nessun continente uscirà da questa crisi da solo: ne usciremo solo perché stiamo combattendo insieme”.
Quanto alla tutela del mercato interno e alla libera circolazione dei beni essenziali per combattere la pandemia (medicine, dispositivi di protezione, mascherine), il francese conferma di essere pronto anche ad aprire procedure di infrazione per porre fine alle limitazioni imposte da alcuni stati membri. Quando necessario “ho alzato la voce” contro gli ostacoli alla libera circolazione imposti da alcuni stati, controproducenti a garantire il fabbisogno nazionale di questi beni essenziali contro la pandemia. Per Breton è però più importante “convincere gli stati a modificare il loro approccio alla questione”. La situazione dei blocchi è in via di miglioramento, assicura, tranne per quanto riguarda “Polonia, Slovacchia e Romania” che però “sono sul punto di togliere anche loro le restrizioni alla libera circolazione”.
Nei prossimi mesi, l’obiettivo della Commissione UE è quello di rendere il continente europeo autosufficiente dal punto di vista della produzione di attrezzature per la protezione del personale sanitario, in modo da non dover dipendere da stati terzi.”Per strumenti critici come i respiratori artificiali, ho contattato direttamente i principali attori industriali” dice Breton. L’invito ai 27 governi UE è quello di aiutare le proprie aziende a riconvertire le linee di produzione per fabbricare questi strumenti ora diventati indispensabili.