Roma – Prima la lettera in tedesco di sindaci e governatori al Frankfurter Allgemeine Zeitung, poi l’intervista di Giuseppe Conte sulla televisione pubblica ARD. Il pressing dell’Italia sulla Germania è sempre più insistente e la richiama a quelle scelte di solidarietà e unità nei quali c’è in gioco l’Unione europea.
“Qui non stiamo scrivendo una pagina di un manuale di economia ma una pagina di storia. Siamo chiamati a reggere e ad affrontare una sfida epocale che han un impatto devastante sui nostri sistemi sanitari, economici e sociali”, ha detto il premier agli ascoltatori tedeschi.
Rievocando le divergenze con la cancelliera Angela Merkel durante l’ultimo Consiglio europeo, Conte ha spiegato che “l’Europa ora deve dimostrare che la casa comune per tutti i suoi cittadini riesce a offrire una risposta adeguata e all’altezza dei suoi compiti”.
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La crisi da Covid è un evento straordinario, uno shock simmetrico che colpisce tutti ha spiegato il premier Conte e per questi motivi non può essere affrontato con gli strumenti vecchi come il MES. E a proposito dei timori del popolo tedesco sui bond europei, ha assicurato che “questo meccanismo non significa che di fronte alla ricostruzione i cittadini tedeschi pagheranno un euro dei debiti italiani, ma significa creare una reazione comune in modo da realizzare condizioni di mercato per dei titoli più vantaggiose in modo che tutti se ne giovino”.
Nella lettera degli amministratori italiani di Comuni e Regioni, pubblicata sul quotidiano FAZ, l’invito alla Germania non seguire l’Olanda che capeggia il gruppo di paesi del nord che si oppongono allo strumento dei titoli europei, per dotare l’Unione di risorse sufficienti a realizzare un grande ‘rescue plan’ europeo sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni comunitarie.
E nei confronti dell’Olanda viene evidenziato “il regime fiscale agevolato attraverso il quale sta sottraendo da anni risorse fiscali a tutti i Paesi europei. A farne le spese sono i nostri sistemi di welfare e dunque i nostri cittadini più deboli, quelli che oggi sono più colpiti dalla crisi”.