Bruxelles – L’ombra di una nuova crisi economica, creata dal coronavirus come quella del 2008 e che si pensava alle spalle, si abbatte sull’Unione europea. In un documento interno della Commissione, che la Segreteria generale “sotto l’autorità”, è scritto, della presidente Ursula von der Leyen ha inviato oggi ai membri del collegio, ai direttori generali e ai capi dei servizi dell’esecutivo comunitario, si mette in guardia circa lo scenario peggiore, quello di un azzeramento della ripresina di questi anni e di un ritorno al peggio.
Nel testo, otto pagine corredate da grafici, si descrivono anche le misure prese dall’esecutivo comunitario, si sunteggiano quelle dei governo con particolare attenzione alla chiusura delle frontiere interne e dei problemi nei trasporti e nell’approvvigionamento di materiale sanitario.
“In caso di crisi prolungata fino all’inizio di giugno o oltre, la caduta dell’attività economica nel 2020 potrebbe essere paragonabile alla contrazione del 2009, l’anno peggiore della crisi economica e finanziaria”, scrive la Segreteria generale ai vertici dell’istituzione nel documento di cui EUNEWS ha potuto prendere visione. Non c’è via di scampo. “È chiaro che la pandemia di coronavirus avrà un impatto dannoso molto grave sull’economia europea”.
I servizi competenti della Commissione avevano già avviato un esercizio di calcolo dell’impatto della pandemia sulla crescita europea. Le prime indicazioni parlavano di riduzione reale del Prodotto interno lordo (PIL) del 2,5% nel 2020 rispetto a una situazione senza pandemia. Ma il tutto è ammantato dall’incertezza, legata alla durata dell’emergenza, dal tipo di blocco del tessuto produttivo decretato dai vari Stati membri, e dunque le cose potrebbero mettersi molto, molto male.
A Bruxelles si ricorda cosa è stato fatto finora per rispondere al virus. Allentamento delle regole sugli aiuti di Stato, sospensione del patto di stabilità, soldi dati alla ricerca, ri-orientamento di fondi. Tutte misure per cercare di contenere i primi impatti sull’economia. “Le sfide sono uniche rispetto ai precedenti shock economici”, viene sottolineato nel documento interno. “Interi settori dell’economia sono chiusi, le catene di approvvigionamento internazionali sono gravemente interrotte e il movimento delle persone è limitato”.
Dopo le misure prese sin qui “dobbiamo ora lavorare al periodo post-pandemia”, spiega Eric Mamer, capo del servizio dei portavoce dell’esecutivo comunitario. L’obiettivo principale è quello di permettere “un rimbalzo rapido”, vale a dire tornare a crescere immediatamente dopo la fine della crisi.