Bruxelles – Quello che serve sono i soldi. Se prima l’Unione aveva bisogno di un bilancio a lungo termine, con la crisi del Coronavirus ne ha bisogno ancora di più. A Bruxelles non ci girano troppo intorno. “La Commissione non sarebbe capace di rispondere a questa emergenza senza un quadro finanziario pluriennale”, vale a dire un bilancio settennale (o ‘MFF’, secondo la sigla inglese), spiega Balazs Ujvari, portavoce dell’esecutivo comunitario per le questioni di bilancio. “Senza l’attuale MFF non sarebbe stato possibile agire”. Una sottolineatura che implica che adesso gli Stati devono trovare un accordo politico sulle risorse per il periodo 2021-2027, ancora scoperto.
La Commissione von der Leyen, per aiutare gli Stati membri a far fronte alla spese che il COVID-19 porta con sé, ha attinto alla cassa comune dell’attuale bilancio pluriennale (MFF 2014-2020), ri-orientando risorse dai vari programmi di spesa o attingendo alle risorse ancora disponibili. Solo a titolo d’esempio, a fine gennaio è stato deciso di destinare 10 milioni di euro per la ricerca di un vaccino, con risorse provenienti dal programma UE per la ricerca, Horizon 2020. La mossa è stata possibile per via dell’esistenza di un bilancio pluriennale, che ormai è agli sgoccioli.
“Senza un nuovo MFF in tempi rapidi, dal 2021 non si potrà fornire una risposta a questa crisi”, avverte Ujvari. Nessun budget pluriennale vuol dire nessun programma di spesa. Ecco allora la ‘buona notizia’, a voler vedere il celebre bicchiere a metà nella sua versione positiva: il Coronavirus costringerà gli Stati membri a dover trovare un accordo sul nuovo bilancio 2021-2027, fino ad oggi su un binario morto per l’impossibilità di mettersi d’accorso sulle cifre.
Lo scorso febbraio i leader dei Paesi dell’UE si sono divisi per appena dieci miliardi di euro. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aveva proposto un bilancio di 1.094 miliardi per sette anni, con i governi nordici che hanno messo sul tavolo la controproposta, al ribasso, di 1.084 miliardi di euro. Una reazione che ha fatto saltare il banco. Col risultato che a oggi non c’è un bilancio, né una nuova bozza.
La Commissione assicura di “essere in stretto contatto” con il Consiglio e il suo presidente, Michel, per “vedere come avanzare in modo concreto”. Quali cifre scrivere nelle caselle, detto in altro modo. Ad ogni modo il Coronavirus rischia di scombinare i piani di tutti, attorno al tavolo. Si presenta una priorità tutta nuova, non prevista da nessuno, che ri-orienterà inevitabilmente le scelte politiche di spesa. Con il rischio di tagli a questo punto inevitabile a categorie quali agricoltura e coesione, già oggetto di minori risorse prima ancora che scattasse l’emergenza Covid-19.