Roma – Sosterremo tutti senza distinzioni: cittadini, imprese, banche e amministrazioni pubbliche. Christine Lagarde descrive così le premesse del ‘new deal’ della Banca centrale europea, per affrontare quella che definisce una “emergenza collettiva per la salute pubblica senza precedenti”. Emergenza che coinvolge tutto il mondo e che provocherà “uno shock economico estremo che richiede una reazione ambiziosa, coordinata e urgente su tutti i fronti”.
L’intervento è stato pubblicato su un quotidiano italiano, la Repubblica, una scelta mirata ad archiviare il passo falso della scorsa settimana sullo spread. Così oltre a sottolineare l’intervento massiccio della BCE con 750 miliardi di euro di acquisti, Lagarde spiega che “la politica monetaria ha un ruolo vitale da svolgere in parallelo con le politiche in materia di sanità e bilancio” predisposte dai governi e dalle istituzioni comunitarie. Evitare dunque restrizioni alle condizioni di finanziamento che altrimenti amplificherebbero i danni dello shock del coronavirus in un momento in cui l’economia ha bisogno di più sostegno.
La presidente della banca centrale ricorda che oltre alla dotazione deliberata in seduta notturna d’emergenza qualche giorno fa, si aggiungono i 120 miliardi decisi il 12 marzo, per un importo complessivo pari al 7,3 % del PIL dell’intera area dell’euro. Un intervento massiccio, che “è disponibile per tutti i Paesi e continuerà fino a quando non riterremo conclusa la fase critica”.
Il funzionamento e la ripartizione degli acquisti tra i Paesi proseguirà nel rispettare lo schema di partecipazione delle banche centrali al capitale della Bce ma gli acquisti saranno flessibili. Significa che “consentirà fluttuazioni dei flussi nel corso del tempo fra le varie classi di attività e gli Stati”.
Poi specifica che “se alcuni limiti autoimposti dovessero ostacolare l’azione della BCE, il consiglio direttivo valuterà il riesame per rendere l’intervento proporzionato ai rischi da affrontare”. Sulle contrarietà alla nuova carica di quantitative easing, espresse da alcuni componenti del board come la rappresentanza tedesca e olandese, Christine Lagarde vuole da una parte rassicurare i rigoristi ma anche prepararsi a nuove decisioni.
“Siamo assolutamente pronti ad incrementare i nostri programmi d’acquisto e adeguarne la composizione finché le condizioni lo richiederanno ed esploreremo tutte le opzioni e tutti gli scenari per sostenere l’economia per intera durata di questo shock”.
La Banca centrale non dimentica naturalmente il rapporto con le banche per preservare il flusso di credito verso le imprese e i cittadini. Così spiega che “sono disponibili fino a 3 mila miliardi di liquidità con operazioni di rifinanziamento con il tasso più basso mai offerto, – 0,75%”. Anche la vigilanza bancaria farà la sua parte liberando ulteriori 120 miliardi di capitale per supportare la capacità creditizia delle banche dell’eurozona.
Sembra un deciso cambio di passo, che rimette sui binari giusti il sostegno di un pilastro fondamentale delle politiche economiche dell’UE. Un intervento, quello della presidente della Banca centrale europea, che si conclude con il fatidico “faremo tutto ciò che è necessario” per sostenere l’area dell’euro in questa crisi perché la BCE è al servizio dei cittadini europei.