La ritenuta su tutti i movimenti di denaro, starà al contribuente dimostrare che non siano reddito
Interrogazione di Rossi (Ppe): “Normativa sbagliata e inutile, ci rimetteranno solo i cittadini”
La commissione europea “sta controllando” se il provvedimento italiano che prevede una tassazione del 20% dei bonifici ricevuti dall’estero “è in linea con il principio di non discriminazione” e con quello sulla “libertà di movimento dei beni”. È quanto ha dichiarato Emer Traynor, portavoce del commissario alla Fiscalità, Algirdas Šemeta, commentando il provvedimento in vigore dal 1 febbraio nel nostro Paese che stabilisce il prelievo, come “ritenuta d’ingresso” del 20% dai bonifici in arrivo dall’estero e indirizzati ai conti correnti italiani.
Le ritenute sui redditi finanziari provenienti dall’estero non sono una cosa nuova in sé, la novità del provvedimento è che ora queste ritenute saranno automatiche per tutti i trasferimenti di denaro e spetterà al contribuente dimostrare che le somme portate in Italia non hanno natura di “compenso reddituale” per potere chiedere la restituzione dell’imposta.
“Il governo Letta ha lanciato ai consumatori l’ultima patata bollente e a rimetterci saranno ancora una volta i cittadini italiani, penalizzati da una normativa che rischia di essere incostituzionale” ha dichiarato l’eurodeputato Oreste Rossi (Ppe) che ha fatto un’interrogazione alla Commissione europea sulla questione. Per Rossi “tali disposizioni oltre a rappresentare un evidente ostacolo alla libera circolazione di capitali e servizi, tutelata e prevista dai trattati europei” sono “destinate a far aumentare l’illegalità, e non la trasparenza dei movimenti finanziari”. Inoltre per l’eurodeputato il provvedimento viola “le convenzioni siglate dall’Italia per evitare la doppia imposizione fiscale, dato che si presuppone che il denaro trasferito sia stato già soggetto a tassazione nel Paese d’origine”, ed è “una misura inefficace nel contrastare l’evasione fiscale, dal momento che i flussi di capitali vanno generalmente in direzione opposta, cioè vengono realizzati in Italia e poi trasferiti all’estero presso paradisi fiscali”.