Bruxelles – Sostegno senza mezzi termini alla Grecia e pressioni sulla Turchia perché non usi le persone “a fini politici”. Non una parola sulla sospensione del diritto di asilo decisa dal governo greco per i migranti che premono alle sue frontiere terresti.
E’ questo il risultato, pressoché inutile per risolvere la crisi, della riunione straordinaria del Consiglio Esteri dell’UE convocata dall’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Josep Borrell oggi a Zagabria.
“Pur riconoscendo l’accresciuto onere e i rischi migratori che la Turchia sta affrontando sul suo territorio e gli sforzi sostanziali che ha compiuto nell’ospitare 3,7 milioni di migranti e rifugiati, l’UE ribadisce la sua seria preoccupazione per la situazione al confine tra Grecia e Turchia e respinge con forza l’uso della pressione migratoria a fini politici da parte della Turchia”, recita il comunicato finale della riunione.
La situazione “non è accettabile”, scrivono i ministri, assicurando che l’UE e i suoi Stati membri “rimangono determinati a proteggere efficacemente le frontiere esterne. Gli attraversamenti illegali – sottolineano – non saranno tollerati”.
Però, “l’UE ribadisce la sua piena solidarietà alla Grecia, che si trova ad affrontare una situazione senza precedenti, nonché alla Bulgaria, a Cipro e ad altri Stati membri, che potrebbero essere colpiti in modo analogo, anche negli sforzi per gestire le frontiere esterne dell’UE”.
Di soluzioni possibili non se ne parla, se non attraverso una blanda minaccia alla Turchia quando si afferma che l’UE “si aspetta che la Turchia attui pienamente le disposizioni della dichiarazione comune del 2016 , che produce risultati tangibili, anche sostenendo gli sforzi significativi della Turchia nell’ospitare migranti e rifugiati. Sia l’UE che la Turchia trarranno beneficio dal proseguimento di questa cooperazione e impegno”.
Poi si parla della situazione a Idlib, per dire l’ovvio: “L’offensiva del regime siriano e dei suoi sostenitori, compresa la Russia, sta creando indicibili sofferenze umane e ha provocato la peggiore crisi umanitaria dall’inizio del conflitto siriano”. Dunque con coraggio raro “il Consiglio chiede un’urgente riduzione del conflitto in Siria per evitare uno scivolamento nel confronto militare internazionale e prevenire ulteriori sofferenze”.
Su fronte strettamente umanitario l’UE se la cava mandando soldi. “La Commissione europea – ricordano i ministri del 27 – sta mobilitando ulteriori 60 milioni di euro in assistenza umanitaria per la Siria nordoccidentale, anche nelle zone frontaliere e si impegna ad aumentare l’assistenza alla popolazione civile nella Siria nordoccidentale. Sono in corso consegne di assistenza umanitaria per far fronte alle esigenze di emergenza in termini di alloggi, sostegno medico e alimentare di circa un milione di sfollati nelle ultime settimane e di tutti gli altri siriani bisognosi nella regione di Idlib”.