Bruxelles – Due voci soltanto, che pure si sentono molto bene. In tempi di Coronavirus tenere la riunione d’Aula del Parlamento a Strasburgo non è una buona idea. Anche se la sessione plenaria mensile è stata confermata, tra gli europarlamentari c’è chi vorrebbe evitare lo spostamento verso la sede francese dell’Eurocamera. Il motivo? Il rischio di nuovi contagi, con tutto ciò che ne consegue. I timori sono stati espressi da Alessandra Moretti e Peter Liese, rispettivamente esponenti dei socialdemocratici (S&D) e dei cristianodemocratici (PPE) in occasione del dibattito in commissione Ambiente sul Coronavirus.
“Pone dei rischi” spostare le oltre 5mila persone che ogni volta viaggiano da Bruxelles a Strasburgo in ogni Plenaria, “rischi che il Parlamento europeo non dovrebbe correre”, dice l’europarlamentare italiana del PD. Mentre il tedesco Liese pone l’accento su cosa fare in caso di positività al Covid-19 nella sede francese del Parlamento. “Se qualcuno dovesse risultare positivo a Strasburgo dobbiamo organizzare trasporti sicuri per permettere la quarantena nel posto dove ci sono i familiari”. Ad esempio, “se la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dovesse essere positiva non può rimanere a Strasburgo, ma deve poter tornare a Bruxelles”.
Il problema è che una decisione non spetta al Parlamento europeo. Sono le autorità francesi che devono valutare la situazione e comunicare all’istituzione comunitaria se ci sono rischi. Nessun messaggio in tal senso è pervenuto agli uffici competenti del Parlamento, e dunque la plenaria è confermata perché, a detta della Francia, non c’è ragione per non tenerla. Certo, l’intervento di chiusura della direttrice del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC), Andrea Ammon, non è dei migliori. “Abbiamo più casi di quelli notificati”. Eppur il Parlamento si muove.