Roma – “Inaccettabile ed ingiustificato” Questo il commento di Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, in merito alle certificazioni “virus free” richieste da alcuni paesi europei per i prodotti agroalimentari Made in Italy. “Una richiesta assurda – continuano da Filiera Italia – considerando che anche l’Efsa ha già più volte evidenziato l’inutilità di richiedere garanzie supplementari su prodotti alimentari per un virus che si trasmette solo da uomo ad uomo”.
“Il Governo italiano chieda di porre fine a tali ingiustificati comportamenti – dice ancora Scordamaglia – e la Commissione europea intervenga a nostro sostegno immediatamente contro comportamenti che violano visibilmente il principio di libera circolazione e rappresentano strumentali tentativi di bloccare il nostro export”. Un intervento immediato del Governo andrebbe attivato anche verso quei Paesi, come Israele, che hanno vietato l’ingresso di cittadini italiani.
“Considerato, poi, che questi Paesi che ostacolano l’ingresso sul loro territorio dei nostri cittadini e dei nostri prodotti, non fanno test significativi verso questo virus sul loro territorio, dovrebbero allora, a rigor di logica, essere considerati loro stessi a rischio” prosegue il consigliere delegato “per cui se non venissero rimosse le misure contro il nostro Paese, l’Italia dovrebbe prenderne di analoghe verso di loro”.
E conclude Scordamaglia, sottolineando che da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna proviene il 50% delle nostre esportazioni alimentari: “Stiamo rischiando di perdere un patrimonio di credibilità creato in decenni, bisogna intervenire subito con reazioni anche drastiche e poi avviando un piano di comunicazione straordinaria per consolidare l’immagine positiva del nostro Paese e dei nostri prodotti all’estero”. E questo è quello che Filiera Italia chiederà anche il prossimo 3 marzo al tavolo convocato dal Ministro Di Maio, dedicato alla presentazione del Piano Straordinario 2020 per la Promozione del Made in Italy.