Bruxelles – Il governo di Londra fissa i paletti sulle relazioni con l’UE post-Brexit: non ci saranno allineamenti alle leggi di Bruxelles e sulla pesca si prepara ad un accordo separato per conservare la propria “sovranità”. Il ministro dell’Ufficio di Gabinetto britannico Michael Gove, illustrando alla Camera dei Comuni le direttive per i negoziati con Bruxelles, che inizieranno lunedì, ha rivendicato l’intenzione di abbandonare le trattative sulle relazione future con l’Ue anche a giugno, se non dovessero essere emerse per allora le condizioni per trovare un accordo condiviso. A giugno è infatti atteso un appuntamento “di metà anno” per valutare a che punto sono arrivati i negoziati tra le due controparti.
Accordo o non accordo, non saranno ammesse proroghe al periodo transitorio (da decidere entro giugno), che terminerà il 31 dicembre. Un tempo limitato, dicono da Westminster, ma “sufficiente” affinché il Regno Unito e l’UE raggiungano un accordo. Londra, sostiene Gove, è anche ottimista che i negoziati porteranno a risultati ottimali “sia per il Regno Unito che per l’UE”. Invece sembra evidente che Londra non negozierà alcun accordo in cui il Regno Unito non abbia pieno controllo delle proprie leggi, delle regole e della propria vita politica.”Noi non accetteremo alcun obbligo sull’allineamento delle nostre leggi a quelle dell’Ue o a istituzioni europee come la Corte di Giustizia, che non avrà più alcuna giurisdizione nel Regno Unito” si legge nel documento diffuso in queste ore. Dunque nessun “allineamento dinamico alle regole dell’UE” ricorda Gove.
L’idea è quella di porre le basi per un modello di relazioni commerciali simile a quella tra Unione europea e Canada o altri paesi definiti “amici”, nonostante l’intenzione di Bruxelles, più volte esplicitata dal capo negoziatore dell’Unione per la Brexit, Michel Barnier, di intavolare con Londra una partnership privilegiata e più ambiziosa rispetto a quella degli altri paesi menzionati nel documento (come Giappone, Corea del Sud). Il governo britannico punta a un accordo di libero scambio (FTA), in cui assicura che saranno mantenuti standard elevati per quanto riguarda l’ambiente e i diritti del lavoro, come richiesto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma esclude che possano essere dettati esclusivamente dalle regole comunitarie. Sulla pesca richiede un accordo specifico e totalmente separato per far sì che Londra riprenda “il controllo delle proprie acque”.
Preso atto di quanto argomentato oggi dal ministro del governo conservatore di Boris Johnson, l’Unione europea si prepara ai negoziati che inizieranno lunedì e continua ad insistere su una partnership equa ma ambiziosa.
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