Bruxelles – I numeri alla fine sono sempre più gli stessi (miseri), quello che cambia è il contenuto: per risolvere lo stallo del negoziato sul Bilancio UE 2021-2027 (MFF) si torna all’antico, con qualche spicciolo in più all’agricoltura e sostanziosi premi ai paesi nordici del gruppo dei “frugali”, che comprende anche la Germania, e sostanziosi tagli alla ricerca e alle politiche spaziali.
In un “non paper” proposto dalla Commissione europea (dopo che tra i tanti incontri si era concluso quello evidentemente decisivo tra Charles Michel, Angela Merkel e Emmanuel Macron) che sarà presentato questa sera alla riunione plenaria dei capi di Stato e di governo, si prevede un bilancio pari all’1,069% del reddito nazionale lordo complessivo dell’Unione, leggermente al di sotto del livello che aveva proposto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel (1,074%), ma, in più prospetta alcune importanti concessioni ai quattro autodefiniti “frugali” (Austria, Olanda, Danimarca e Svezia) e alla Germania.
Questi cinque paesi potranno mantenere i loro “rebate” (“sconti” sui contributi al bilancio, analoghi a quello che aveva il Regno Unito) al livello del 2020), con l’Austria che avrebbe anche 100 milioni in più; poi, l’Olanda potrà trattenere (fino al 2023) il 25% dei diritti di dogana, normalmente destinati come “risorse proprie” al bilancio Ue, invece del 15% che hanno gli altri Stati membri.
D’altra parte, è previsto un aumento degli impegni di spesa per la Politica agricola comune (PAC) pari a 2 miliardi di euro per i pagamenti diretti e 2,4 miliardi per lo sviluppo rurale.
A fare le spese di questi aumenti è la ricerca (ad esempio quella medica), con un taglio di un miliardo al programma Horizon, di un’altro ai programmi spaziali, e di 1,5 per la Difesa.
In più, il documento comprende una nuova formulazione del riorientamento verso obiettivi “verdi” del bilancio pluriennale, portando dal 25 al 27 per cento la spesa “climate-friendly”, con la possibilità di arrivare al 30% entro il 2027, dopo una revisione nel 2023.
Per Danimarca e Svezia è poi previsto che non partecipino alle spese del nuovo bilancio dell’Eurozona.
Infine, il testo prevede un “chiarimento” sul meccanismo che dovrebbe garantire il rispetto dello stato di diritto” nei paesi beneficiari, come condizione per percepire i fondi Ue.