Se Matteo Renzi vuole diventare premier prima che inizi il semestre italiano di presidenza dell’Unione europea fa la scelta giusta. Se cioè lui entro i prossimi mesi “deve” prendere il posto di Enrico Letta e diventare presidente del Consiglio, se ha deciso di tentare il colpaccio senza un nuovo passaggio dalle urne, giudicandolo da Bruxelles fa bene a farlo prima del primo luglio.
E’ importante per l’Italia presentarsi il più possibile stabile a questo appuntamento europeo, e arrivarci con un premier che tutti sanno traballante (Enrico Letta) o, ancor peggio, facendo un cambio in corsa con un nuovo premier durante quei sei mesi (ma poi il fenomeno potrebbe uscire da ogni controllo e portare magari addirittura ad un voto anticipato durante la presidenza) non sarebbe una bella cosa per un paese che deve ancora conquistarsi la fiducia dei partner. Dunque, se Letta non è saldo al comando del governo è meglio che lasci al più presto.
Se Renzi prendesse il posto di Letta adesso, nei prossimi giorni, presentandosi ai partner dei Ventotto come premier in carica e quindi presidente di turno dell’Unione europea, sarebbe una scelta positiva. Si troverebbe a dover essere necessariamente tenuto in considerazione dai colleghi perché avrebbe un ruolo non decisivo, anzi, ma formalmente importante sullo scenario dell’Ue. Su questo, se ne sarà in grado (il salto da Firenze a Bruxelles è notevole), potrebbe costruire una sua credibilità da giocarsi poi nei mesi, o anni, successivi alla presidenza, con tutto vantaggio per l’Italia.
L’Italia che ha comunque margini operativi ridottissimi nel tema che più sta a cuore ai partner ora, quello della stabilità economica. Le politiche da fare quelle sono e le scelte son due: farle o non farle. Se si decide di farle, come hanno promesso prima Mario Monti e poi Enrico Letta, anche se poi i risultati non sono sempre perfetti, allora le scelte son poche: tagliare la spesa pubblica, riformare il lavoro e la pubblica amministrazione, migliorare l’istruzione, lottare contro l’evasione fiscale, riformare le istituzioni, creare le condizioni per una nuova competitività. Che lo faccia Letta, Renzi, o un altro per i partner è uguale (certo, più il premier è centrista e meglio è per Angela Merkel!) l’importante è che ci sia qualcuno a Palazzo Chigi che si impegna a rispettare il patto europeo (pur con qualche elasticità nazionale) e lo implementa poi davvero. E che lo faccia contando finalmente su una maggioranza parlamentare solida, che lo tenga in carica per un numero di anni decente, possibilmente per tutta la legislatura, come avviene di norma in Germania, in Gran Bretagna, in Francia e nella gran parte dei paesi europei.
Lorenzo Robustelli
P.s.: Quanto scritto sopra è quanto desiderano i partner europei, ma non necessariamente, in ogni passaggio, quello che questo giornale ritiene meglio.
Aggiornamento
Oggi, 14 febbraio, giorno di San Valentino, Enrico Letta va a dimettersi al Quirinale. Dunque Matteo Renzi se il Parlamento gli darà la fiducia sarà presidente del Consiglio ben prima del semestre europeo.