Bruxelles – Il ‘capitano’ torna a parlare di Italexit. A Roma il leader della Lega, Matteo Salvini, evoca nuovamente l’uscita dell’Italia dall’Unione europea, perché questo sarebbe il meglio che il Paese può augurarsi. Ma a Bruxelles la truppa del Carroccio non segue le direttive del capo, che anzi smentiscono schierandosi con Giancarlo Giorgetti, uomo forte della Lega, il primo a sconfessare Salvini.
“Come Lega non vogliamo uscire dall’UE, ma rimanerci come protagonisti”, dice Matteo Adinolfi, eurodeputato eletto nella circoscrizione Centro, intervenendo al dibattito sull’Europa dopo la Brexit, organizzata da Formiche! a Bruxelles. Adinolfi ha dovuto chiarire la posizione del partito che rappresenta in Parlamento europeo su esplicita richiesta dei presenti. Dopo la Brexit è opinione degli europarlamentari italiani degli altri schieramenti – PD, FI, FdI e 5 Stelle – che occorra lavorare tutti insieme per evitare gli impatti dell’addio britannico. Da qui la precisazione: a Bruxelles non si pensa di emulare i britannici.
Addirittura Anna Cinzia Bonfrisco, altra esponente della Lega in Parlamento UE, non esita a definire l’uscita del Regno Unito “una grande sciagura”, di fronte alla quale “dobbiamo difendere l’interesse nazionale nel quadro delle relazioni future” con Londra. Dunque niente Italexit. Questa la posizione delle Lega a Bruxelles, ben diversa e ben distante da quella sbandierata a Roma da Salvini.
Il motivo di queste convinzioni? Lo suggerisce la capo-delegazione del Movimento 5 Stelle, Tiziana Beghin, eletta nel nord-ovest. Cita “rischi per le piccole medie imprese”, in particolare “per il Veneto”. Cose che i leghisti sanno bene, visto che nel nord e nel Veneto ancora di più hanno il loro bacino elettorale tradizionale. E poi, chiosa la giovane Isabella Tovaglieri (eletta nel nord-ovest), l’UE ormai fa parte dell’Italia. “Anche se faccio parte di una forza euro-scettica, sono nata e cresciuta con l’Unione europea…”