Bruxelles – Posizioni fortemente critiche quelle di Confagricoltura e Coldiretti sulla proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo per il quadro finanziario 2021-2027 dell’Unione (MFF).
Le valutazioni sono già state oggetto di una lettera del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella quale si evidenzia come le sfide poste dal Patto Verde per l’Europa rischino di essere perse in partenza, almeno per quanto riguarda l’agricoltura. “Gli obiettivi proposti dalla Commissione – evidenzia Giansanti – non sono infatti raggiungibili con gli stanziamenti previsti nella proposta di compromesso”.
“Possiamo aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale dei processi produttivi in linea con le giuste aspettative della collettività – sottolinea Giansanti – ma sono necessarie risorse finanziarie adeguate per una maggiore competitività, per gli investimenti e le innovazioni”.
E’ stata proposta, invece, per i prossimi anni una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. In valore assoluto, il taglio è di 54 miliardi di euro a prezzi costanti (2018). Per l’Italia, nei confronti delle erogazioni relative all’anno in corso, è da mettere in preventivo un taglio di circa 2,7 miliardi.
“Per una maggiore sostenibilità ambientale – chiede Giansanti – la dotazione del bilancio agricolo deve restare almeno invariata in termini reali”.
Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di compromesso inviata agli Stati membri tratta anche alcuni punti direttamente legati alla riforma, ancora in discussione, della politica agricola comune (PAC). In particolare, è stato proposto di continuare a ridurre il divario esistente tra gli importi degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri (la cosiddetta “convergenza esterna”).
“E’ una proposta particolarmente penalizzante per l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto per ettaro in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura -. Non si può guardare solo ai differenti importi degli aiuti diretti, ignorando la vistosa diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro. La PAC è uno strumento di politica economica e tale deve rimanere”.
“La proposta sulla ‘convergenza esterna’ va respinta, perché priva di qualsiasi base economica – aggiunge Giansanti. E conforta il fatto che il presidente del Consiglio e la ministra Bellanova condividano questa posizione”.
Previsto anche il blocco dei pagamenti diretti oltre i 100 mila euro (‘plafonamento’) alle imprese agricole di maggiore dimensione. “Un’altra proposta da respingere, perché illogica sul piano economico – conclude Giansanti -. Sarebbe penalizzata la competitività delle imprese che producono per il mercato e, perciò, più aperte alle innovazioni rese indispensabili dalla transizione ecologica. Il ‘plafonamento’ sarebbe, a conti fatti, un danno per gli imprenditori e un ostacolo verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale”.
“No ai tagli del budget per la Politica agricola comune (Pac)”. Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini boccia la nuova proposta, che prevede una riduzione del 14% delle risorse per l’agricoltura europea. Nonostante un leggero aumento di 5 miliardi rispetto alla proposta della Commissione Ue, “la mannaia – denuncia la Coldiretti – si abbatterà comunque sulle risorse Pac che già così contribuirebbe per quasi il 50% al totale delle spese UE per gli obiettivi del Green Deal. Rispetto all’attuale quadro finanziario gli aiuti diretti (il cosiddetto primo pilastro) pari a 256.747 milioni di euro, subiranno un taglio del 10%, mentre i finanziamenti dello Sviluppo rurale (72.537 milioni di euro) si ridurranno del 25%”.
“Il taglio dei fondi contrasta con l’ambizioso obiettivo di una Pac più green, strategica per la lotta ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni”, ha affermato Prandini nel sottolineare che “con meno risorse si favorisce lo spopolamento delle aree agricole cancellando così quei presidi fondamentali per il mantenimento dell’habitat e la tutela dei territori”. Si rischia così, conclude Prandini, “anche di frenare il processo di rilancio del settore soprattutto da parte dei giovani che stanno riscoprendo la professione agricola in un momento difficile per l’occupazione in Europa”.
“Considero inaccettabile, e offensivo nei confronti dei nostri agricoltori e dello stesso Parlamento europeo, la proposta presentata dal Presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, sul quadro finanziario Ue per i prossimi sette anni, che sottrae globalmente 53,6 miliardi di euro ai fondi attuali della Pac”. Così Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha espresso il suo forte disappunto su un compromesso finanziario che “farebbe pagare agli agricoltori, da tempo alle prese con una sempre maggiore instabilità, il costo della ‘nuova Europa'”.
Anche la Coalizione rurale e la Coalizione delle Agriregioni europee ritengono “inaccettabile il taglio recentemente proposto ai finanziamenti per lo sviluppo rurale e invitano i responsabili politici a rivedere questo approccio in vista del vertice del 20 febbraio”. Le aree rurali e le comunità rurali europee, spiega una nota, “affrontano minacce esistenziali dovute all’esodo rurale e un crescente divario urbano-rurale e il taglio di questa linea di vita finanziaria renderebbe questa situazione ancora più terribile”.