Di Carlo Ricchi
Gli spettatori assidui delle pellicole di origini europee avranno notato la presenza all’inizio del film della bandiera dell’Unione accompagnata dal logo di Europa Creativa- Media. Europa Creativa è un programma di sostegno ai settori culturali da parte dell’UE, nato nel 2014 sulle ceneri dei vecchi programmi Cultura, MEDIA e MEDIA Mundus con un portafoglio che ha superato in questi primi sei anni i mille milioni di investimenti. Il 56% di questo budget è dedicato al sottoprogramma Media, che si occupa di finanziamento all’industria europea dell’audiovisivo. Non solo cinema quindi, ma anche opere televisive e videogames.
I beneficiari di queste sovvenzioni sono molteplici. Innanzitutto tutti gli attori che contribuiscono alla realizzazione di un film nelle sue varie fasi, dalla produzione all’accesso ai mercati alla distribuzione sia in sala che nelle nuove piattaforme online. Poi i festival che hanno il compito di esaltare le opere d’autore. Le stesse sale cinematografiche che prediligono la produzione europea rispetto a quella americana e con questo intento si sono unite nel corso degli anni e hanno formato il network Europa Cinemas. Molto importanti sono anche gli incentivi alla formazione di professionisti in grado di confrontarsi con l’utilizzo delle nuove tecnologie ormai fondamentali in questo settore.
L’obiettivo generale dietro questa serie di iniziative è riuscire a creare un mercato europeo dove le opere abbiano una visibilità in tutto il territorio dell’Unione e non solo nel paese d’origine e che riesca a competere con quello a stelle e strisce che oggi fa ancora la parte del leone. Fondamentale in questo è la cooperazione tra i vari stati membri che il programma sostiene e foraggia. Cooperazione che può portare alla creazione di prodotti che oltre ad avere un mercato più ampio hanno anche un budget maggiore a disposizione, andando ad affrontare generi, come l’animazione, la fantascienza, film d’azione e in costume, che solitamente non vengono realizzati proprio perché le risorse dei singoli paesi non lo permettono. Oltre a tutti i benefici economici, inoltre, avere delle opere che vengano viste da tutti i cittadini dell’Unione potrebbe aiutare a creare un immaginario e quindi un’identità europea più forte, cosa di cui in questo momento storico abbiamo disperatamente bisogno.
Sensazione comune è che questi provvedimenti, pur lodevoli, non siano per il momento sufficienti a creare un vero e proprio mercato comune. Quel che manca è il coraggio di investire in tal senso da parte di produttori e case di distribuzione che tendono a rimanere ancorati al mercato domestico. Il successo che una serie spagnola come La casa di carta ha avuto in tutta Europa è solo l’ultimo dei casi che dimostra come il pubblico europeo sia molto più pronto ad aprirsi a opere europee di quanto gli addetti ai lavori sembrano pensare.