Bruxelles – La rivoluzione digitale, il futuro dell’Europa, la lotta al ‘climate change’, il ruolo strategico di Bruxelles nello scacchiere internazionale. Nel giorno dell’addio di Londra all’Unione europea, i tre vertici delle istituzioni – David Sassoli, Ursula von der Leyen e Charles Michel – scelgono di guardare avanti e pensare alle prossime sfide. Migrazioni, sicurezza, ambiente, economia, digitale: riuniti ieri in Francia, alla Casa di Jean Monnet, i tre presidenti hanno fatto il punto sulla tabella di marcia dell’Europa per il futuro. Quando l’alba sorgerà domani – ricordano, intervenendo oggi al centro visitatori del Parlamentarium di Bruxelles – quasi mezzo secolo di appartenenza britannica alla comunità europea sarà finita. Domani l’inizio di un nuovo capitolo per l’UE: l’Unione sarà composta da 27 membri, non più 28.
La scelta della giornata di oggi per parlare con una voce sola del futuro dell’UE non è dunque casuale. Serve a dimostrare a tutti che quella che dovrebbe sembrare una sconfitta per l’Unione europea, in realtà non lo è perché Bruxelles già guarda al futuro. Rispondendo alla stampa, Sassoli si chiede “perché tutti ci vogliono dividere? Perché si impegnano così tanto per dividere lo spazio europeo? C’è qualcuno che vuole dividerci perché forse ha paura di un mondo regolato. Senza regole i più deboli saranno esclusi”.
Da domani “inizierà una discussione con i britannici che sarà molto impegnativa” ricorda il presidente dell’Eurocamera e “sarà naturale difendere i propri interessi, cercando di farlo con amicizia e fratellanza”. E fa riflettere il fatto che nell’anno in cui Londra decide di salutare i 27 paesi con cui ha condiviso quasi mezzo secolo di integrazione, le istituzioni vogliano aprirsi a una nuova fase costituente attraverso una Conferenza sul futuro dell’Europa. “Non solo per concentrarci sugli strumenti della democrazia ma anche sulle politiche, in un grande dibattito con le società civili” spiega il presidente dell’Eurocamera.
La dichiarazione dei tre vertici delle istituzioni di oggi è un’occasione per guardare al futuro. Ma è difficile ignorare che da domani l’UE si sveglierà con un paese in meno. “I nostri pensieri sono rivolti a tutti coloro che hanno contribuito a rendere l’Unione europea quella che è oggi. Coloro che sono preoccupati per il loro futuro o delusi nel vedere partire il Regno Unito” scrivono in una nota congiunta. “La giornata di oggi segna una ferita nel cuore dell’Unione e una domanda viene spontanea: abbiamo fatto davvero tutto il possibile per far capire ai cittadini britannici il valore della loro scelta? È giusto che le istituzioni europee si pongano questa domanda” dice Sassoli. “È una giornata che entrerà nella storia dell’UE ma che consentirà a noi europei, alle istituzioni, di ritrovarci molto uniti orgogliosi della difesa di uno spazio così importante e vitale per i cittadini del mondo”.
Il progetto di integrazione europea rappresenta un unicum nel panorama globale, ricorda la presidente von der Leyen. “Durante tutti questi anni – in cui il Regno Unito ha fatto parte dell’UE -, la nostra Unione ha acquisito slancio politico ed è diventata una potenza economica globale. La nostra esperienza ci ha insegnato che la forza non sta nello splendido isolamento ma nella nostra unica Unione”. L’aspirazione della nuova governance europea – oggi riunita nel Parlamentarium di Bruxelles – è quella di porsi alla guida della prossima generazione di tecnologie digitali e “vogliamo una giusta transizione in modo da poter supportare le persone più colpite dal cambiamento. Crediamo che solo l’Unione europea possa farlo. Ma sappiamo di poterlo fare solo insieme: persone, nazioni, istituzioni”. Oggi è il giorno giusto per riflettere sugli errori di un divorzio che si poteva evitare. Ma il lavoro che serve all’UE per ripartire più ambiziosa e unita dopo la Brexit – ricordano i presidenti – continua non appena il sole sorge domani.