Bruxelles – Il Partito popolare europeo confermerà la sospensione di Fidesz, il partito ungherese guidato dal primo ministro Viktor Orbán, durante l’assemblea dei propri vertici prevista per il 3 e 4 febbraio. Lo ha annunciato il presidente del PPE, Donald Tusk, mercoledì 29 gennaio in un incontro con alcuni parlamentari del gruppo parlamentare, secondo EuObserver e Politico.
Fidesz era stato sospeso dal partito di centrodestra lo scorso marzo, in seguito ad una serie di attacchi all’allora presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e a una montante preoccupazione riguardante lo Stato di diritto e le libertà democratiche in Ungheria. A seguito di quel provvedimento Fidesz non ha più potuto partecipare alle votazioni del PPE né proporre candidati per il vertice del partito, ne avere voce in capitolo nelle scelte del gruppo parlamentare.
Il PPE aveva istituito una commissione di tre uomini – l’ex presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, l’ex presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Pöttering e l’ex primo ministro austriaco Wolfgang Schüssel – per determinare gli eventuali progressi fatti da Fidesz nel corso degli ultimi mesi. Tusk ha detto ai propri parlamentari che non c’è stato alcun passo in avanti, da qui la conferma della sospensione.
L’assemblea del PPE prevista per la prossima settimana avrebbe dovuto discutere e votare sulle azioni da intraprendere nei confronti del partito ungherese, ma non lo farà. Tusk ha infatti confermato che non ci sarà alcuna discussione, tanto meno una votazione. EuObserver scrive che Tusk ha escluso il tema perché sa che i membri del PPE sono equamente divisi: i partiti dei paesi nordici e del Benelux vorrebbero una presa di posizione dura nei confronti di Orbán, mentre Francia, Spagna e paesi dell’Est sono meno severi. La CDU tedesca, che ha grande rilevanza all’interno del gruppo, non ha una posizione chiara.
Tusk, riportano EuObserver e Politico, si aspettava un esito diverso. L’ex presidente del Consiglio europeo nelle scorse settimane non ha mai negato i differenti valori che, secondo lui, caratterizzano Fidesz e il PPE: “Orbán è un amico, ma non condivido i valori che rappresenta, soprattutto quando parla di democrazia illiberale. Noi siamo determinati a combattere quel tipo di idee”, disse a novembre.
Orbán, intanto, sta aumentando le relazioni e i contatti con altri gruppi politici, in particolare i Conservatori e Riformisti (di cui fanno parte il partito Diritto e Giustizia polacco e Fratelli d’Italia) e Identità e Democrazia (in cui c’è la Lega di Salvini). All’inizio di gennaio il primo ministro ungherese si è visto con il suo omologo polacco e con il leader di Diritto e giustizia, Jarosław Kaczyński. La settimana prossima è prevista a Roma una manifestazione intitolata “National Conservatorism Conference”: fra i relatori ci saranno Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen, Ryszard Legutko, capo dell’eurogruppo dei Conservatori e Riformisti, e proprio Viktor Orbán.