Bruxelles – Una risposta ai problemi reali, e un antidoto all’euroscetticismo. L’Europa fa molto per l’Italia, e lo dimostrano i dati della Banca europea per gli investimenti (BEI) relativi all’attività svolta nel 2019. Nell’anno da poco concluso l’Italia è stato il primo Paese membro per finanziamenti concessi, ben 10,9 miliardi di euro sui 63,4 miliardi di euro erogati a tutti i Paesi UE. Nessuno ha ottenuto di più per stimolare la propria economia e il proprio tessuto industriale. Basti pensare che la Spagna, secondo Paese per finanziamenti ottenuti, si è fermata a quota 8,9 miliardi di euro.
Non solo. L’Italia è stata il secondo Paese dell’UE per prestiti derivanti dal piano Juncker per gli investimenti. Il fondo europeo per gli investimenti (FEI) ha garantito al sistema Paese 11,3 miliardi di euro, dati aggiornati al 31 dicembre 2019. Solo la Francia ha preso di più (14,9 miliardi). Tra finanziamenti BEI e piano Juncker l’Italia si aggiudica 22,2 miliardi di euro sui 72,2 miliardi messi a disposizione degli Stati membri. Non poco. Al contrario, un contributo non indifferente allo sviluppo del Paese.
“Siamo in grado di intercettare un numero sempre più ampio di piccoli progetti prese e lavorare con questi per il benessere dell’Europa”, Italia compresa, sottolinea il presidente della BEI, Werner Hoyer, che rassicura le regioni del Mezzogiorno. L’azione a sostegno della sostenibilità e del contrasto ai cambiamenti climatici contenuta nella nuova strategia della Commissione europea “non sposterà l’attenzione dalla nostra missione principale che è la coesione”.
Da nord a sud, cosa ha fatto l’Europa per l’Italia
In un solo anno l’Unione europea ha fatto molto per il Paese. In totale sono stati messii 2,7 miliardi di euro per il Piano scuola, che ha permesso la riqualificazione di 9.000 istituti del Paese. Il 33% di questi fondi sono stati nel Mezzogiorno. A proposito di sicurezza, la BEi nel 2019 ha finanziato le operazioni della Protezione civile con 300 milioni, per far fronte a eventi calamitosi in tutto il Paese. Il 30% di queste risorse (90 milioni) sono andate alle regioni del Sud.
Ancora, circa 300 milioni sono stati concessi per investimenti nella rete idrica del Paese contro la dispersione d’acqua. Di queste risorse, il grosso – 200 milioni – è andato in Sardegna, ad Abbaloa. E non finisce qui. BEI ha sostenuto anche la mobilità sostenibile, con 25 milioni per 6.850 stazioni di ricarica veloce per veicoli elettrici. Il 30% delle risorse al sud. Sempre nel solco della mobilità eco-sostenibile, la Banca europea per gli investimenti ha garantito 70 milioni di euro a Piaggio, per l’adeguamento dei modelli storici alle nuove forme di mobilità, inclusi motori elettrici. Mentre a Napoli sono stati riconosciuti 68 milioni attraverso il piano Juncker per l’acquisto di 40 nuovi treni elettrici per la circumvesuviana. Sempre a Napoli, 6 milioni sono stati concessi a Magnaghi per lo sviluppo di sistemi di prognostica e diagnostica nel settore aerospaziale.
Per non parlare dei porti. Nel 2019 sono stati concessi 39 milioni di euro per il porto di Trieste, e 65 milioni di euro per l’hub portuale di Ravenna. O che dire dei giovani? Sono stati concessi prestiti bancari per 400 milioni a supporto di giovani agricoltori.
Infine la salute. Sono stati concessi a MolMed (Milano) 15 milioni per il finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo nelle terapie geniche anti-cancro e contro malattie rare, più altri 14,6 milioni a start-up della Fondazione Telethon in Campania per la diagnosi e cura di malattie rare.
Non solo soldi, anche consulenze
A tutto questo si aggiunge anche l’opera di consulenza utile all’assorbimento dei fondi strutturali. Qui la Banca europea per gli investimenti ha offerto suggerimenti per il completamento della linea 6 Mergellina-Municipio a Napoli, per il raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Carini (tratta Notarbartolo-La Malfa), e per la realizzazione di una nuova linea di assemblaggio per trasmissioni automobilistica Magna PT in Puglia.