Bruxelles – “Il Parlamento europeo e la mia non estinzione mi sembrano un miracolo”. La meraviglia del presente, dopo l’orrore per il passato. L’elogio dell’Europa unita, la denuncia contro chi vuole dividere. Nel discorso di Liliana Segre nell’Aula del Parlamento europeo c’è tutta la dimostrazione del valore del progetto comunitario. La senatrice a vita è la testimonianza della caduta e della rinascita dell’Europa. Viene invitata a Bruxelles per la celebrazione del 75esimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz-Birkenau, perché tutti ascoltino quello che la Storia ha da dire. Tutti.
Lei, Liliana Segre, sopravvissuta italiana all’Olocausto, inizia proprio dal richiamo all’attenzione. Ricorda quando i soldati sovietici entrarono nel campo di sterminio nazista, nel il 27 gennaio 1945. “Non potevano credere a quello che videro, e qualcuno quello spettacolo non vuole vederlo neanche adesso”. Un riferimento ai tanti negazionisti, ancora troppo presenti. “C’è chi dice che quello spettacolo non è mai successo”. La senatrice a vita è la prova vivente che invece tutto è realmente accaduto, e la voce della Storia a ricordare che tutto si può ripetere e che giù adesso si ripropongono inquietanti analogie con il passato.
“La parola ‘razza’ si usa ancora oggi. Dobbiamo combattere questo razzismo strutturale”. Perché il discriminare “è insito” nell’animo umano, e “arrivano i momenti più adatti in cui ci si volta dall’altra parte, in cui e’ più’ facile far finta di niente”. E in questo contesto, in queste dinamiche, “alcuni approfittano di questa situazione e trovano il terreno adatto per farsi avanti”. Riferimento a condottieri di ieri e nuove guide di oggi.
Liliana Segre si rivolge a tutti, perché a produrre la Shoah “fu tutta l’Europa occupata dai nazisti”. Chiede all’Europa di vigilare, mettendo in risalto la diversità con il passato, esaltando l’Europa di oggi. “Mi sono emozionata a vedere le bandiere di tutti gli Stati affratellati”, dice. “Quelle bandiere mi hanno fatto ricordare quel desiderio di trovare una parola comune con le compagne francesi. In ungherese ho imparato la parola ‘pane’, la parola che è sinonimo di fame e sacralità di ciò che oggi viene sprecato”.
All’Europa che ha scelto l’inno alla gioia quale musica ufficiale, Segre offre l’inno alla vita. Ricorda la fame, gli stenti, la marcia della morte che dalla Polonia la portò in Alta Slesia e poi in Germania, la ricerca di neve “non macchiata dal sangue da poter mangiare”, la sofferenza e lo spirito di andare avanti. “La forza delal vita è straordinaria, è questo che dobbiamo trasmettere ai nostri giovani”. Insieme a quello dell’Europa. “Io esisto e anche il Parlamento europeo. Non era questo il disegno di qualcuno”.
Le reazioni
Gli europarlamentari non restano indifferenti al discorso di Segre. Le telecamere interne inquadrano diversi presenti con gli occhi arrossati. La capogruppo dei social-democratici (S&D), Iratxe Garcia Perez, è tra questi. L’Aula tributa un lungo e caloroso applauso alla senatrice a vita, oggi novantenne, davanti alla quale tutti si alzano in piedi. Rendono omaggio a lei, e con lei a tutte le vittime della Shoah.
“Da tedesca avverto un profondo senso di colpevolezza”, ammette la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Rende omaggio a Liliana Segre, e come lei rende grazie all’Europa nata dalla barbarie nazista. “Sono stati i nostri vicini ad accoglierci, a darci rifugio nella democrazia”. Prima come Repubblica federale tedesca, poi come Germania unita, quale espressione di riconciliazione e nuova vita.
“Nazismo e razzismo non sono opinioni, sono crimini”, tuona il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che invita a rimanere attaccati ai valori di questa Europa. “Auschwitz è stata costruita da europei e noi siamo chiamati ad assumerci questa paternità, perché quello che è successo incombe su di noi e ci chiama alla responsabilità”.