Roma – Sono pronti ad atterrare a Strasburgo i tre esponenti politici che andranno a occupare per l’Italia i seggi lasciati dalla Gran Bretagna con il definitivo addio all’Europa. Salvatore De Meo di Forza Italia, Sergio Berlato di Fratelli d’Italia, Vincenzo Sofo della Lega, sono tutti e tre dello schieramento di centro destra e una volta proclamati aderiranno alle famiglie di riferimento europeo: il primo al PPE, il secondo al gruppo dei conservatori, il terzo a Identità Nazionale. Passaporto italiano anche per Sandro Gozi, candidato però in Francia e destinato al neo gruppo dei liberali Renew Europe.
Già assiduo frequentatore dei palazzi della politica europea, Salvatore De Meo, sindaco di Fondi, è stato nei cinque anni precedenti membro del Comitato delle Regioni per l’Associazione dei Comuni italiani. Un impegno che vuole proseguire e sviluppare in “un ruolo di congiunzione tra il Parlamento e l’organismo che rappresenta i territori d’Europa”.
Prendendo spunto dalla precedente esperienza, pensa che l’UE “se vuole mettersi in discussione deve ripartire dalla base e dunque dai Comuni e dalle realtà locali”. Il Comitato, “dovrebbe essere coinvolto maggiormente e non solo nella fase iniziale del processo legislativo con pareri che oggi non sono neppure vincolanti”. De Meo considera l’Europa “una grande opportunità che però presenta, criticità”, motivi che lo portano a suggerire di rivedere alcuni meccanismi per “rimuovere, quelle disuguaglianze e disparità tra uno Stato e l’altro”.
Vicentino, eletto nel collegio nord est dietro a Giorgia Meloni, Sergio Berlato non è certo una matricola avendo fatto il primo ingresso nell’emiciclo di Strasburgo nel 1999, prima con Alleanza Nazionale poi con Forza Italia e con il PDL. Questa sarà la sua quarta legislatura europea. Lo attende il gruppo dei Conservatori guidato dal polacco Ryszard Antoni Legutko e dal connazionale Raffaele Fitto, all’opposizione della Commissione von der Leyen. Cacciatore accanito, (innumerevoli le foto in rete con le sue prede), tanto che sembra sia stata la svolta animalista di Berlusconi all’origine del divorzio da Forza Italia. Recentemente è stato protagonista di una polemica con le associazioni animaliste per aver postato una vignetta sessista contro alcune di loro che lo avevano attaccato.
Una matricola europea è invece Vincenzo Sofo, ma il suo nome è noto alle cronache per essere il fondatore del blog “Il Talebano”, espressione della destra identitaria e sovranista e per essere fidanzato con Marion Maréchal Le Pen, nipote della leader del Front National. Milanese ma tiene molto alle sue origini calabresi è stato candidato nella circoscrizione Italia meridionale e ora conquista l’elezione con l’uscita dei britannici. Loro escono, Sofo vuole entrare e contare, portare a Bruxelles la sua Calabria e il sud e, svelando un lato un po’ anomalo, vorrebbe “un’Europa più solidale con chi è rimasto indietro e più attenta agli inte
ressi comuni”. “Non sono antieuropeo – tiene a specificare – ma per un Unione che valorizzi tutti i territori. Il problema è il funzionamento, l’imposizione di certe regole decise altrove”.
Il neo eurodeputato ha poi un progetto preciso: “far nascere un’agenzia dei beni archeologici della Calabria, territorio dal quale parte una parte molto consistente del traffico illegale di reperti”.
Ormai di casa a Bruxelles (almeno da quando a 28 anni entrò nel segretariato generale della Commissione guidata da Romano Prodi) Sandro Gozi, che però ha fatto la sua corsa in Francia nella lista Renaissance sostenuta dal partito di Macron, En Marche. Già deputato al Parlamento italiano e sottosegretario agli affari europei, ruolo ricoperto anche con il governo francese nel gabinetto di Edouard Philippe. Incarico che gli procurato molte critiche in Italia ma anche a Parigi e che ha dovuto lasciare nell’ottobre scorso.
Gozi rivendica la battaglia transnazionale, “resto convinto che questo approccio politico sia il modo per rendere l’Europa più forte e mi impegnerò per abbattere questo muro e aprire una breccia”. Sua la proposta di aprire alle liste transnazionali sfruttando i posti lasciti liberi dalla Gran Bretagna che però “fu bloccata dalle divisioni nel PPE e dai nazionalisti”. Tuttavia “vedo che resta una priorità per gran parte dei gruppi politici e anche della presidenza della Commissione, spero che venga inserita nell’ambito della riforma sul futuro dell’Europa e che per le elezioni del 2024 diventi una realtà”.