Bruxelles – L’Europa e le sue imprese hanno un grande problema: in un’economia sempre più fondata su informazioni e dati, il vecchio continente non riesce a utilizzare la risorsa del secolo, ed è tempo di porre rimedio. La transizione sostenibile dell’Europa dovrà passare attraverso i dati, scandisce la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dal palco del World Economic Forum di Davos.
“Dobbiamo muoverci verso un’economia sostenibile e dei dati. I dati sono una risorsa rinnovabile tanto quanto il sole e il vento”. Sono puliti e sempre disponibili, visto che “ogni 18 mesi raddoppiamo la quantità di dati che produciamo”. Si tratta di dati industriali e commerciali, “l’85% dei quali non viene mai utilizzato, e questo non è sostenibile”, denuncia von der Leyen. “All’interno di questi dati, ci sono tesori nascosti e opportunità non sfruttate per le imprese”.
Per evitare di rimanere ancora indietro, non perdere ulteriore terreno e sbloccare il potenziale di crescita che si cela nella giungla di informazioni, “l’Europa creerà un quadro per consentire l’uso di questi dati”. La presidente della Commissione non entra nel dettaglio della strategia, limitandosi ad anticipare che si lavora all’istituzione di “un pool attendibile di dati non personali a cui governi, aziende e altre parti interessate possono contribuire”. Questo pool, assicura, “sarà una risorsa per l’innovazione aperta e introdurrà nuove soluzioni sul mercato”.
L’UE a dire il vero ha già iniziato a rispondere alla sfida che pone la modernità. Si lavora alla creazione di uno spazio telematico dove immagazzinare informazioni e dati, poterle scambiare e condividere, in qualunque momento da qualunque posto, per agevolare la ricerca. E’ quello che in gergo si chiama “European Open Science Cloud”, spazio sicuro e attendibile per i ricercatori, dove poter archiviare i loro dati e accedere ai dati degli altri ricercatori. “Arriveranno così a nuove intuizioni, nuove scoperte e nuove soluzioni”.
Von der Leyen rivendica l’intuizione pionieristica di questo progetto. “Siamo i primi al mondo a farlo. È stato sviluppato in Europa per l’Europa e per i ricercatori europei”. Ma non è che l’inizio. “L’idea è che una volta che avremo le regole del gioco pronte, lo apriremo al settore pubblico più ampio e anche al mondo degli affari. In modo che le aziende possano entrare, archiviare i dati e utilizzarli”.