Bruxelles – Mercoledì scorso il giornale tedesco Der Spiegel ha pubblicato una notizia che ha provocato forti discussioni tra i funzionari dell’Unione europea: alcune procure tedesche stanno investigando tre persone, tra cui un ex diplomatico europeo di rilievo, sospettate di aver fatto spionaggio per la Cina nel corso degli ultimi anni.
L’agenzia di stampa tedesca DPA ha riportato le parole del portavoce del procuratore federale tedesco che ha confermato le indagini sulle tre persone sospettate di lavorare come agenti segreti per Pechino. Alcune perquisizioni sono state fatte a Berlino, a Bruxelles e nei Land tedeschi della Bavaria e del Baden-Württemberg.
Il Washington Post scrive che due persone, protette dall’anonimato, avrebbero identificato Gerhard Sabathil come l’ex diplomatico. Anche EuObserver, uno dei giornali fra i più autorevoli di quelli che si occupano di Unione europea, ha parlato con alcuni funzionari che avrebbero confermato l’identità di Sabathil.
Sabathil, che possiede la nazionalità tedesca e ungherese, ha lavorato per l’Unione europea negli ultimi 30 anni nelle rappresentane diplomatiche in Corea del Sud, Germania, Islanda e Norvegia. Oltre al Servizio europeo per l’azione esterna, che si occupa delle relazioni diplomatiche con gli altri Paesi, Sabathil ha fatto parte anche della Commissione, muovendosi fra i dipartimenti legati alla competizione, all’industria, al bilancio e ai Balcani. È stato inoltre professore del College of Europe di Bruges, una delle scuole più famose per chi vuole intraprendere una carriera all’interno dell’Ue.
Nel 2017 Sabathil ha iniziato a lavorare all’interno dell’azienda di lobbying Eutop (ancora oggi figura come ‘consigliere amministrativo’ sul sito dell’azienda). Lo studio legale a cui fa riferimento Eutop ha riferito che “le circostanze non riguardano le attività del nostro assistito, quindi non c’è motivo per commentare”, scrive EuObserver.
Virginie Battu-Henriksson, portavoce per il dipartimento della Commissione europea che si occupa di affari esteri e politiche di sicurezza, ha chiarito che nessun ufficio dell’Ue è stato oggetto di perquisizione da parte degli investigatori. “Sappiamo che possiamo essere attaccati da servizi segreti ostili a noi e cerchiamo di prendere le adeguate contromisure”, ha continuato Battu-Henriksson.
L’indiscrezione ha suscitato un grande dibattito tra funzionari, diplomatici e politici, per via delle recenti discussioni sul ruolo che può avere la Cina, attraverso l’azienda tecnologica Huawei, nelle infrastrutture europee, soprattutto per quanto riguarda il 5G.