Bruxelles – Ci crede, e chiede a tutti i partner di crederci. “L’Unione ha una forza diplomatica intensa e ora dobbiamo diventare ancora più assertivi”. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, parla davanti al Parlamento europeo in occasione dell’insediamento della presidenza di turno croata e sceglie di dedicare gran parte del suo breve intervento alla politica estera.
Secondo la presidente l’UE è dunque “in grado di impegnarsi nel dialogo per la de-escalation”, e lo dimostra il lavoro fatto in passato, spiega, “per la stabilizzazione dell’Iraq o per l’accordo sul nucleare iraniano”. Adesso “è il momento di diventare ancora più assertivi”, esorta, mentre non dimentica di parlare anche di Africa, con la quale “è necessario lanciare un’alleanza anche per dare slancio alla nostra economia”.
Von der Leyen accenna poi anche al Green Deal europeo, ma brevemente, e solo dopo aver affermato che “l’Unione ha bisogno di un bilancio moderno”, un monito a chi, tanti per la verità, chiude la borsa nel dialogo sul Quadro finanziario pluriennale dell’UE. Serve un bilancio spiega invece von der Leyen, “che guardi a quel che le persone si attendono da noi, e per farlo – sottolinea – serve un bilancio decente”. Il bilancio attuale, ha spiegato la presidente, “è stato preparato nel 2013, in un mondo completamente diverso. Poi è arrivata l’Isis, la crisi migratoria, la Crimea, l’accordo sul Clima, l’Intelligenza artificiale, il 5G… per questo serve un bilancio ammodernato”. Ofre poi una soluzione von der Leyen: “Se i contributi degli Stati sono troppo limitati allora l’unica via sono le risorse proprie a livello europeo, come l’ETS (il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE) dandone il gettito all’Unione”.
Von der Leyen ha toccato anche il tema Brexit, ripetendo che “è il Regno Unito che deve decidere quanto vicino o quanto lontano vuol essere dall’Unione e dal Mercato Unico. Certo è che la libertà di circolazione vale per tutto (persone, merci e capitali, ndr) o per niente, non si può avere tutto, deve essere Londra che decide se divergere o allinearsi”.
Infine una battuta e un ammonimento sui Balcani: “E’ nostro interesse che siano il più vicini possibile, Russia e Cina sono già lì… alla Macedonia del Nord e all’Albania abbiamo chiesto molto, e dobbiamo rispettare quanto abbiamo promesso”.