Bruxelles – “Siamo per un’iniziativa sotto l’egida dell’ONU”, ma ad ogni modo in Libia la Commissione europea può fare poco. “Spetta al Consiglio, con i suoi Stati membri, decidere di missioni europee”, taglia corto la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen. A Zagabria per la visita del collegio dei commissari al Paese con la presidenza di turno del Consiglio dell’UE, von der Leyen ha ribadito che la Commissione può fornire solo assistenza e coordinamento su programmi e azioni concordate dagli Stati membri.
La presidente della Commissione cita anche Sophia, l’operazione militare di sicurezza marittima lanciata dall’UE per il controllo del Mediterraneo centrale. Doveva scardinare la tratta dei migranti in partenza dalla Libia, con azioni di controllo della acque internazionali ed europee, addestramento della guardia costiera libica. E’ previsto che prosegua fino alla fine di marzo di quest’anno, salvo nuove proroghe.
“E’ il Consiglio la sede in cui si decide su questo tipo di operazioni”, sottolinea von der Leyen, ricordando così chi è responsabile per che cosa. Ma sulla Libia i governi europei sono divisi, e non da oggi, a partire dagli interlocutori ai quali rivolgersi. Haftar o al-Serraj? Oggi a Bruxelles si ritrovano i ministri degli Esteri dei Paesi UE per discutere proprio di Libia.