Bruxelles – Infine la Spagna avrà un nuovo governo. Nessuna sorpresa oggi al Parlamento di Madrid durante la seconda votazione sul governo di coalizione proposto da Pedro Sánchez, leader del partito socialista spagnolo PSOE, con Unidas Podemos, la seconda forza politica di sinistra in Spagna. L’ex premier uscente incassa oggi 167 voti favorevoli, 165 contrari e, come previsto, 18 astenuti.
L’ultima sessione del dibattito sull’investitura è iniziata intorno a mezzogiorno, seguita poi dalle esternazioni di voto dei vari gruppi parlamentari. A questo secondo turno di voto, Sánchez aveva bisogno della sola maggioranza relativa (i voti favorevoli devono essere superiori a quelli contrari), mentre nel voto che si è svolto domenica il leader socialista avrebbe dovuto ottenere la maggioranza assoluta (176 voti sui 350 totali).
Alle ultime elezioni di novembre, Sánchez ha fallito nel tentativo di trovare da solo i voti necessari al suo partito per poter gestire da solo l’azione di governo (il PSOE ha ottenuto il 28,3 per cento dei voti). Per vedere la luce, il governo di coalizione orientato a sinistra di PSOE e Unidas Podemos ha fatto affidamento sull’astensione di 13 deputati del principale partito indipendentista catalano, Esquerra Repubblicana (ERC), e di ulteriori 5 deputati di EH Bildu, il partito dei Paesi Baschi Uniti.
Buona parte degli interventi nel dibattito di oggi si sono centrati sulla difesa della democrazia e sull’antifascismo, con accuse reciproche molto dure. Sanchez nel suo intervento iniziale ha difeso le ragioni della democrazia e delle scelte degli elettori, sottolineando che il PSOE ha vinto le elezioni. Pablo Iglesias, leader di Podemosa che sarà vice-premier gli ha consigliato di usare “toni decisi e fermezza democratica verso gli intolleranti”. Dall’opposizione il leader del PP Pablo Casado ha accusato Sánchez di essere d’accordo con “i terroristi e gli autori di colpi di stato”, a causa del suo accordo con i catalani.